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 2011  luglio 15 Venerdì calendario

PER SCOVARE I «VIRTUOSI» CHIAMATE JOHNS NASH

Togli questo, precisa quello, tieni conto anche di quest’altro. Per dare una veste definitiva agli indicatori che dovrebbero individuare gli enti locali più virtuosi, da trattare meglio degli altri nei prossimi anni, i senatori sono rimasti chiusi a Palazzo Madama fino alle tre abbondanti della notte fra mercoledì e giovedì. Fare meglio rispetto alla versione originale del decreto, che con una buona dose di fantasia chiedeva ai sindaci anche di chiudere le loro «sedi di rappresentanza all’estero», non era difficile. L’applicabilità concreta dei nuovi parametri, però, rimane ancora una scommessa azzardata. Le ragioni sono presto spiegate, e consistono nel numero esorbitante di parametri messi in campo (9, a cui si aggiungono futuribili «indicatori qualitativi e quantitativi degli output dei servizi» e cervellotici «coefficienti di correzione connessi alla dinamica del miglioramento» realizzata nel corso di ogni mandato) e nella complessità di alcuni fattori da considerare. I calcoli sulla spesa di personale, per esempio, vanno differenziati in base «al numero dei dipendenti in rapporto alla popolazione dell’ente», alle «funzioni svolte anche attraverso esternalizzazioni», all’ampiezza del territorio e alla capacità del sindaco di ridurre nel tempo il peso degli stipendi. Scientificamente è tutto corretto, perché per esempio il Comune che esternalizza funzioni ha bisogno di meno personale rispetto a quello che le svolge direttamente (ma allora perché non correggere anche i tetti alla spesa di personale, che hanno conseguenze assai più pesanti?): l’efficacia e la trasparenza delle scelte, però, sono un’altra cosa. Alla prima prova pratica, il ministero dell’Economia dovrà dividere 2.400 Comuni in base a tutti questi parametri, dovrà decidere il peso da assegnare a ciascuno di loro e, in base a formule degne di John Nash, il matematico con la «Beautiful Mind», stilare l’elenco dei Comuni «salvati», liberi di aumentare le proprie capacità di spesa, e di quelli «sommersi», che si dovranno caricare anche la manovra aggiuntiva per compensare gli sconti ai «migliori». Vista la posta in palio, non è difficile ipotizzare discussioni infinite, eccezioni, contestazioni, che si sarebbero potute evitare scegliendo un’altra strada: fissare pochi indicatori chiari e immediatamente misurabili, come l’abbattimento del debito e l’equilibrio corrente. Senza contare che il decreto federalista su «premi e sanzioni», che andrebbe presentato entro lunedì, offre parametri diversi. Tanto per complicare un po’ il quadro.