Loretta Napoleoni, il venerdì di Repubblica 15/7/2011, 15 luglio 2011
E WALL STREET HA SVUOTATO IL FORZIERE DELLA LIBIA
Gheddafi è certamente un politico scaltro, ma di finanza capisce ben poco. Durante gli anni dell’amicizia con l’occidente, il leggendario fondo sovrano libico, la Lybian Investment Authority (Lia), è stato letteralmente saccheggiato dall’alta finanza.
Investimenti sbagliati, acquisto di derivati rischiosissimi, commissioni astronomiche hanno contribuito a ridurre il
patrimonio dei libici – poiché di questo si tratta –, una ricchezza accumulata grazie all’impennata del prezzo del petrolio.
Invece di costruire ospedali, industrie, scuole e le infrastrutture necessarie a modernizzare il Paese, l’apertura a occidente ha fatto sì che i miliardi della Lia finissero nelle tasche di banche internazionali come la francese Bnp Paribas, la svizzera Credit Suisse e di hedge funds come Permal e Millennium Global. Risultato: una perdita complessiva di circa 1,4 miliardi di dollari (circa un miliardo di euro). Oggi il fondo vale un buon 23 per cento in meno di quando l’alta finanza cominciò a occuparsene.
Colpisce poi il fatto che quasi tutte le perdite potevano essere evitate da un management assennato; sembra quasi che Tripoli e Wall Street avessero deciso invece di giocare alla roulette russa, avventurandosi in aree finanziarie pericolosissime. Per Tripoli si trattava sicuramente di un gioco nuovo, mentre, per gli altri, i 65 miliardi di dollari della Lia erano l’ennesima mucca da mungere.