Angelo Aquaro, la Repubblica 15/7/2011, 15 luglio 2011
E L’AFFAIRE SPACCA LA FAMIGLIA. TERREMOTO NELLA SUCCESSIONE DELL’IMPERO
«Investigare può essere paragonato ai lunghi mesi di una gravidanza e risolvere al giorno della nascita. Investigare un problema vuol dire, nella sostanza, risolverlo». Ah, se avesse saputo mettere in pratica quella massima del Grande Timoniere, il presidente Mao che campeggia in poster nel suo megaufficio di New York: l´ultima provocazione del ragazzo col tatuaggio, il figliol prodigo di SuperRupert.
Risolvere? Quando papà, quattro anni fa, lo promosse a capo di News Corp Europa e Asia, ordinandogli di sistemare quel pasticciaccio brutto dello scandalo intercettazioni al News Of The World, James Murdoch commise quello che lui stesso adesso chiama «l´errore»: avere tacitato a suon di sterline un po´ di vittime senza avere «un quadro completo» della situazione. Se l´è fatto un deputato del Labour, Tom Watson, un quadro più completo: definendo quei pagamenti un vero e proprio «tentativo di depistare la giustizia».
Adesso che anche l´Fbi indaga sullo scandalo, James Murdoch ripensa a quando era un produttore felice e semisconosciuto, e invece di rispondere alle accuse di aver intercettato le vittime dell´11 settembre, rispondeva ai ragazzi di «Hip Hop Connection» che gli chiedevano come di quel mostro di Mos Def. Ne ha fatta di strada il ragazzaccio che aveva abbandonato Harvard per seguire la sua passione della musica e farsi un nome, oltre al cognome, tra Hong Kong e New York. Invece, in quel palcoscenico di passioni che è la Famiglia Murdoch, quella testa calda si raffreddò quando la prima scelta di papà, Lachlan, dovette lasciare per scarsezza di performance. Non solo James dimostrò di avere la stoffa, anche se ha continuato a preferire il look informale. È stato lui a trasformare in 4 anni in un successone quella tv che adesso l´impero si voleva pappare: BSkyB
Quella megaofferta per conquistare l´altro 61 per cento doveva essere, per Rupert, l´affare di una vita: la rinuncia a furor di opinione pubblica si è rivelata, invece, la sconfitta più pesante. Non solo. La ritirata ha sanzionato anche la sconfessione del pupillo. Che fino all´ultimo aveva spinto a proseguire nell´offerta: e fino all´ultimo è stato tenuto all´oscuro della retromarcia.
Così a 38 anni il ragazzo che tra i suoi idoli ha Darth Vader, il cattivo di Star Wars, rischia di perdere l´impero stellare che pensava di ereditare. Strano destino per il manager il cui grido di battaglia, di fronte a chi gli rinfacciava la carriera da figlio di papà, era: «Io sono indipendente». Saranno le inchieste a scoprire se davvero l´indipendenza di James si sia spinta fino a tenere all´oscuro papà dei suoi «errori». Pochi ci credono. Anche se questa potrebbe essere proprio la difesa dello Squalo: pronto a divorarsi il suo Delfino. SuperRupert ora parla anche lui di «piccoli errori» e assicura, ci mancherebbe, che la posizione di James non cambia. Ma già si rifà il nome di Lachlan, già si riaffaccia l´ombra della sorella Elizabeth: saranno loro gli eredi?
La battaglia è cominciata. E qui James potrebbe giocare l´ultima arma: è sempre lui, ora, a spingere per quella divisione dell´impero tra giornali e tv che il padre osteggia, ma potrebbe risultare la soluzione per non affondare nel disastro dei tabloid. Urge una nuova idea. Il ragazzo si rimbocca le maniche e scopre il suo tatuaggio: una lampadina.