Mattia Feltri, La Stampa 14/7/2011, 14 luglio 2011
UN COMMERCIALISTA SGOBBONE PER LA FINANZIARIA
Gilberto Pichetto Fratin - detto anche il Dominus di Gifflenga, dal paese in provincia di Biella che è suo feudo e di cui, non per niente, il figlio Marco è sindaco - è oggi uno degli uomini più indaffarati dell’emisfero. Nominato relatore di maggioranza della legge finanziaria con l’inappellabile motivazione offerta ieri dal capogruppo Maurizio Gasparri - «è competente e lavoratore» - si ritrova di colpo nell’ombelico del mondo: come dicono i saggi, gli tocca di portare a casa la manovra più facile e allo stesso tempo più difficile del storia. Se tutto va bene, nel primo pomeriggio a Palazzo Madama la faccenda sarà risolta e il senatore potrà ricevere il sindaco di Biella, Dino Gentile. Nemmeno lì, infatti, i conti tornano. Da qualche giorno la giunta è in crisi per via di una ferina disputa fra i pidiellini di osservanza pichettiana e quelli di osservanza faviana, e qui si intende Piergiorgio Fava, storico avversario del nostro senatore.
Chi non è di Biella forse ignora che la città è da anni divisa fra le truppe di Pichetto e le truppe di Fava e i cronisti del luogo trasecolano nell’osservare la plateale cruenza a cui è evoluta una faida fin qui senza pietà, è vero, ma carsica e dissimulata secondo le più solide creanze piemontesi. Però, ecco, capita che il bravo Pichetto si sia fatto notare già alla sua prima legislatura, questa, lui che pure ha 57 anni ed è stato assessore regionale piemontese al Bilancio e all’Industria sotto le presidenze di Enzo Ghigo. Fece benissimo, lo dicono tutti, e senza tirare campare, e infatti nei mesi bui degli omicidi brigatisti di Massimo D’Antona e Marco Biagi gli fu destinata una scorta. Insomma, gli sono bastati pochi anni per farsi apprezzare anche a Roma: l’unico piccolo problema è che lo hanno fatto relatore proprio nei giorni della rissa comunale, e i bravi contendenti biellesi hanno deciso di congelarla in attesa che, libero dagli impegni patrii, Pichetto ci si possa rituffare.
Comunque, per capire che il senatore Pichetto è uno che ci dà dentro, basta consultare il severissimo sito openpolis. it, quello che compulsa il lavoro di ogni parlamentare per trarne giudizi e pagelle. Ebbene, per indice di produttività, il senatore di Biella si piazza al quindicesimo posto su 322 senatori, con il 98 per cento di presenze alle votazioni in aula e soltanto lo 0,42 per cento di assenze (il restante uno e mezzo risulta dedicato alle missioni fuori dal palazzo). Sgobbone e fedele, poiché risulta che abbia votato contro il Popolo della Libertà solamente quattro volte su oltre cinquemila. Da bravo commercialista - a Biella il suo studio è avviatissimo e lì è conosciuto per aver insegnato a lungo nell’Istituto per ragionieri - si occupa di questioni economiche ma si è speso anche per la tutela della qualità della ristorazione italiana nel mondo con un disegno di legge che intende occuparsi dei 65 mila locali tricolori disseminati nel pianeta. Pichetto, per intenderci, è uomo che si occupa del famoso territorio. In città talvolta lo si vede al palazzetto dello sport, a seguire la squadra di basket. E al paesello, al famoso Gifflenga, se potessero gli farebbero un monumento poiché lo scorso anno riuscì a far arrivare da Roma 550 mila euro. Centocinquantamila destinati alla ristrutturazione della parrocchia (encomiabile, se si pensa che Pichetto esordì in politica con la tessera superlaica del partito repubblicano) e i restanti 400 mila alla costruzione di un parcheggio. Non male, se si pensa che Gifflenga conta centoquaranta abitanti, e le automobili saranno meno di cento.