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 2011  luglio 14 Giovedì calendario

SMALTIMENTO E RICICLO DEGLI ELETTRODOMESTICI. EUROPA VIRTUOSA, MA L’ITALIA È MAGLIA NERA

Telefonino, televi­sore, asciugaca­pelli, computer e stampante, fax, cd, dvd, videogiochi, ma anche frullatore e autoradio... Infinita è la lista dei mi­lioni di elettrodomesti­ci d’uso comune che, perché vecchi o perché guasti, vengono ogni giorno buttati via, in I­talia e nel mondo. Sono i cosiddetti «Paed» (Pic­coli apparecchi elettro­nici domestici), un quantitativo enorme di plastiche, cavi, circuiti e ferraglia gran parte del quale – al termine del ciclo di consumo – finisce disperso nel­l’ambiente dato che, soprattutto in Italia, l’a­bitudine al riciclo è an­cora cosa per pochi. Ba­sti pensare che il tasso di raccolta dei Paed, qui nel Bel Paese, è tra i più bassi d’Europa: 16,8% contro 26%; Mentre la media di raccolta e di smaltimento corretto nella Ue è di un chilo o­gni 4 acquistati, da noi ci si ferma a un chilo o­gni 6. Ma non solo: con 37mila tonnellate di ri­fiuti di Paed avviati al riciclo nel 2010 a fron­te di un immesso sul mercato di 220mila tonnellate, il tasso di raccolta di questa cate­goria risulta essere tra i più deboli. Negli ultimi dodici mesi un italiano su 2 ha acquistato un Paed e 1 su 3 ne ha smaltito almeno uno. Di questi, meno della metà sembra averlo fat­to in modo corretto. Lo Stivale mostra evidenti carenze strutturali. La densità delle isole eco­logiche al Centro e al Sud è di solo 0,3 ogni 10mila abitanti. Anche l’«uno contro uno» è un tasto dolente: meno del 4% degli italiani ha sfruttato la modalità di ritiro gratuito da parte del punto vendita del­l’elettrodomestico usa­to a fronte dell’acquisto del nuovo. È evidente, insomma, che c’è un gap quantitativo da col­mare rispetto all’Euro­pa, che c’è anche una densità di punti di rac­colta da incrementare e, soprattutto, c’è mol­to bisogno di informa­zione e di educazione da parte della gente: è questo lo scenario che emerge dalla ricerca Gli italiani e il riciclo dei piccoli elettrodomestici: comportamenti dei consumatori, risultati della raccolta e poten­zialità del rici­clo, realizzata da ReMedia e GFK Eurisko, in collabora­zione con Re­ Made in Italy e Assoraee. Dal­lo studio risul­ta che gli italiani sono grandi consumatori di Paed. Metà della popo­lazione adulta - circa 23 milioni di individui ­acquista mediamente oltre 2 apparecchi in un anno con una preva­lenza di cellulari, pic­coli elettrodomestici, computer e stampanti. Negli ultimi dodici me­si, dei 19 milioni di per­sone che hanno butta­to un Paed, solo 8,5 mi­lioni - pari al 42% - han­no adottato un com­portamento virtuoso, portando l’apparecchio a fine vita in una piaz­zola ecologica o chie­dendone il ritiro al ne­goziante. La maggior parte dei cittadini è in­vece incappata in erro­ri evidenti come getta­re il vecchio dispositivo insieme agli altri rifiuti (3,6 milioni) o tenerlo da parte, inutilizzato (5 milioni).
La ricerca, però, mostra anche aspetti incorag­gianti, a partire da una più diffusa sensibilità ai problemi dell’habitat. Gli italiani, infatti, re­clamano la necessità di avere maggiori infor­mazioni sia su questio­ni tecniche, sia sui be­nefici del riciclo. Bene­fici che sono tangibili: nel 2010, la valorizza­zione dei metalli (so­prattutto il pregiato al­luminio) ottenuti dal riciclo dei Paed è di 23,6 milioni di euro.