Wei Gu, La Stampa 14/7/2011, 14 luglio 2011
L’AUMENTO DEI SALARI CINESI ARRIVA IN UN MOMENTO POCO OPPORTUNO PER PECHINO
Ilavoratori cinesi stanno beneficiano in gran misura dello sviluppo del Paese. Questo ha un effetto positivo nell’alleggerire le tensioni sociali, ma ha anche conseguenze indesiderate. Nel primo semestre il reddito netto della popolazione urbana è aumentato del 14% nonostante le misure per moderare la crescita del Pil. L’aumento dei salari farà salire l’inflazione e i lavoratori inizieranno a chiedere ulteriori aumenti, con il rischio di innescare una pericolosa spirale.
La velocità di aumento delle retribuzioni in Cina è tale da suscitare l’invidia del resto del mondo. I dati indicano una crescita del 10,2% rispetto al 2010. In realtà, gran parte del rialzo sarà assorbita dal rincaro degli alimentari. Al netto dell’inflazione, i salari sono aumentati del 7,6% anno su anno, un valore analogo all’aumento del 7,5% di un anno fa.
La rapida impennata delle retribuzioni arriva in un momento poco opportuno per Pechino. Da una parte, i politici sono preoccupati per l’allargamento della forbice economica, e su questo fronte i salari più alti possono avere un effetto positivo. Per contro l’inflazione, che con il 6,4% di giugno ha toccato la punta massima degli ultimi tre anni, rappresenta oggi una minaccia più immediata per la stabilità sociale. Le retribuzioni dei cinesi hanno ancora margini di incremento. L’aumento reale del 7,6% non tiene il passo con una crescita del Pil che nel secondo trimestre ha toccato il 9,5%. Questo significa che i lavoratori non stanno ancora ricevendo pienamente la propria parte della ricchezza prodotta.
È inoltre inferiore all’aumento degli utili netti delle imprese cinesi quotate a Hong Kong (stimato mediamente intorno al 15%-20%). Anche i fattori demografici giocano a favore dei lavoratori con la popolazione che sta invecchiando. Pechino avrebbe dovuto promuovere l’aumento delle retribuzioni in un momento di forza - quando gli utili delle aziende erano in forte crescita e l’inflazione era ancora contenuta. Oggi non ha altra scelta se non quella di assistere all’aumento dei salari passivamente, e stavolta da una posizione di debolezza.