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 2011  luglio 14 Giovedì calendario

IL TRUCCO DELLA TAGLIA CHE CI FA DIMAGRIRE

Taglie col trucco per compiacere donne e uomini che vogliono sembrare più magri. Il girovita si allarga, i fianchi sono più generosi ma le taglie si restringono. Per le donne, la 44 degli anni ‘70 equivale a una 42 di oggi. E per i maschi, la 50 diventa una molto ambita 48. Le "size" più piccole danno l´illusione di essere più in forma, nonostante vita sedentaria e stravizi.
In gergo si chiamano "vanity size", perché fanno leva sulla vanità. In una società dove l´apparenza conta parecchio, anche la moda si adegua, chiude un occhio e fa passare per 42 quel che dovrebbe essere 44. Ma in fatto di taglie viviamo in una babele dove ogni azienda adotta le sue misure. E nei tour di shopping del fine settimana ci sono donne che facendo zapping tra boutique scoprono di avere una 40, una 42 o una 44 a seconda del marchio. Miracoli del marketing.
«Dagli anni ‘70 le donne hanno conquistato almeno 4 centimetri di girovita, passando da 66 a 70 centimetri. Ma quella che un tempo sarebbe stata una 44, oggi è una 42 - spiega Anna Florenzi, docente di Scienza e moda del costume alla Sapienza - In realtà, purtroppo, ci stiamo avvicinando al modello Usa, con donne sempre più tonde». Le silhouette lievitano, la taglia col trucco imperversa, ma le industrie dell´abbigliamento devono fare i conti con un grosso problema: l´invenduto per le taglie non azzeccate. Circa il 30 per cento della produzione, come conferma il Cad Modelling Ergonomics che lavora a contatto con le imprese del tessile-abbigliamento per definire gli standard antropometrici della popolazione. E domani, a Firenze, a palazzo Bastogi, il Cad Modelling Ergonomics, organizza un convegno in cui, spiega l´amministratore delegato Elisabeth Duhamel, si annuncerà un censimento sulle vere taglie degli italiani. Per 5 mesi, a partire da ottobre, una task force girerà il Paese con body scanner, per radiografare il fisico di 40mila italiani così da fornire strumenti sempre più aggiornati sulla silhouette "made in Italy".
Ma il censimento servirà anche a definire le nuove etichette che decolleranno nel 2013, col contributo di tutte le nazioni della Ue. «Le novità è che non avranno più il semplice numerino o la sigla small, medium, large. Finalmente si introducono le misure della conformazione - spiega Pietro Pin di Benetton, relatore domani e Presidente della Commissione tessile e abbigliamento per l´Europa - ecco perché per l´Italia è importante il censimento. I dati aggiornati ci permetteranno di far sì che le etichette siano espressione anche delle esigenze degli italiani».
All´estero studi del genere sono più frequenti. La Spagna, ad esempio, per contrastare il dilagare delle modelle anoressiche anni fa ha commissionato uno studio sulle forme reali delle donne. Obiettivo: costringere gli stilisti a portare sotto i riflettori modelle più in carne, come le donne di oggi. In Italia, l´azienda più consapevole e all´avanguardia è il Gruppo Miroglio che da più di vent´anni fa, con successo, abiti per donne vere. E con l´agenzia "Ciao magre" ha contribuito a lanciare le modelle "plus size", dalla 46 in su, la taglia del 35 per cento delle italiane. Dato che troverà conferma nel censimento del Cad.