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 2011  luglio 13 Mercoledì calendario

LUCIA LAVIA: HABER MI HA OFFESA LE DONNE NON DEVONO MAI TACERE

Di questa brutta storia, perfino dopo gli avvilenti pettegolezzi che sono seguiti, almeno le è rimasto l´amore per il teatro, per l´odore del legno, come dice lei, per le quinte e i camerini dove da piccola giocava. Ha capito che questa è la sua vita, e pazienza se a Roma gli ex compagni di liceo se la spassano tra gli aperitivi mentre lei è qui con una fifa pazzesca per il debutto.
Con Lucia Lavia, 19 anni, secondogenita di Monica Guerritore e Gabriele Lavia, minuta, magra, riccioli biondi e una grande somiglianza con la mamma, stessi gesti educati solo più nervosa, inquieta, lontana, è difficile solo parlare della "brutta storia": per la riservatezza che le ha imposto l´avvocato, per la riluttanza a parlare di una cosa che l´ha ferita, per la timidezza che le impedisce di dire tutto, per il dolore solo femminile che questi fatti suscitano. "Il fatto" è Alessandro Haber: nelle prove di Otello l´attore deve aver perso il controllo della realtà e il senso della finzione. Eccede, soprattutto con lei, prima con baci molesti poi con parole volgari. «Alessandro è pure un caro amico - ricorda il regista Nanni Garella - ma al di là della scorrettezza professionale, è andato al di là del tollerabile». Dieci giorni fa Lucia reagisce, si prende un ceffone, scappa, querela Haber, poi la compagnia, l´Arena del Sole di Bologna, lo allontana e richiama Lucia. Lo spettacolo, un Otello immerso in un blu marino, «tragedia dell´amore dove si sentono gli scricchiolii della società patriarcale», come lo racconta Garella, con Maurizio Donadoni, Federica Fabiani, Woody Neri, debutta stasera al Teatro Romano di Verona, prodotto dall´Arena del Sole in collaborazione con l´Estate teatrale Veronese, grazie alla disponibilità di Franco Branciaroli che sarà Otello solo per queste repliche estive. «Ci abbracciamo, ci baciamo, come vuole il testo. Ma lui è professionale. Prima non era professionale», dice Lucia timidamente.
Va meglio?
«Sì, ma questa storia mi ha ferita, amareggiata».
Cosa l´ha ferita di più: Haber o chi l´ha accusata di essere una viziata esagerata?
«Quello che è accaduto. Ho detto tutto al mio avvocato, lui farà valere la verità nelle sedi opportune. Dico solo che né io, né l´Arena del Sole avremmo fatto quello che abbiamo fatto solo per un buffetto. Da giorni accadevano cose che mi offendevano».
Ha provato a parlare ad Haber?
«Sì. Non è cambiato nulla».
Ha mai pensato di far finta di niente?
«Le donne non devono mai stare zitte. Lo so, alcune per amore subiscono un uomo violento, non sarei come loro, ma posso capirle. In fondo anche Desdemona è una vittima».
Già, Desdemona subisce.
«All´inizio io l´ho vista una ragazza forte, una ribelle. Ma poi viene fuori la sua fragilità e ne resta vittima. Spero che commuova, come la faccio io. E che sorprenda».
Hanno detto che per arrivare a un ruolo come Desdemona da esordiente o quasi e senza scuole, il merito è dei suoi genitori. Le fa male?
«Non è una cattiveria. È vero. Senza mio padre non avrei fatto Angelica nel suo Malato immaginario, il mio debutto. È che lui faceva i casting per trovare un´attrice, io gli chiesi di ascoltarmi nel monologo di Nina dal Gabbiano che stavo preparando per entrare in Accademia. Alla fine mi disse che avrei potuto fare Angelica. Ha ragione chi dice che è stato più semplice per me. Se mi fossi chiamata Lovia, andavo all´accademia non in scena. Ma sono stata facilitata, non aiutata».
Che vuol dire?
«A mio padre dei figli non gliene frega niente, gli interessa lo spettacolo. Se ero un cane non mi prendeva. Ma forse ha visto giusto se mi è stato riconosciuto che ho recitato bene. Quanto a essere la figlia di Lavia-Guerritore, lo diranno sempre».
Stasera saranno in platea. Contenta?
«Sì, io vado d´accordo con loro. A mia madre dico tutto».
E se dovesse reincontare Haber un giorno?
«Non so, non so davvero...».