NATALIA ASPESI , la Repubblica 13/7/2011, 13 luglio 2011
LA VERA STORIA DI CATHERINE LA RAGAZZA DI JULES E JIM
Fortunatamente Jules e Jim, ed anche l´amatissima Kathe, erano grafomani: scrivevano tutti e tre, con la penna e l´inchiostro, diari, carnet, appunti, lettere, memorie, poesie, commedie, saggi, articoli, romanzi. Scrivevano sfacciatamente, e quando nel 1956 il ventiquattrenne François Truffaut trovò su una bancarella parigina il romanzo Jules e Jim, ne rimase folgorato. Lo aveva scritto e riscritto per anni lo stesso Jim, cioè Henri-Pierre Roché, che finalmente nel 1953 aveva avuto il coraggio di pubblicarlo, seppure ancora terrorizzato dalla sua Khate, la donna che, insieme, lui e l´amico fraterno Jules, avevano amato, l´amata diventata insopportabile, con cui aveva rotto tempestosamente e pericolosamente ben vent´anni prima. Sperando di placarla dopo tanto tempo e tanto silenzio, le aveva inviato una copia del libro accompagnato da una lettera supplichevole: «Sto per avere 74 anni e ho avuto dei disturbi cardiaci…». Lei incorruttibile, non gli rispose, offesa soprattutto perché l´antico progetto era di scrivere la loro storia insieme, tutti e tre.
L´amante egoista e crudele, Jim (Roché), il marito consenziente per amore, Jules (lo scrittore ebreo tedesco Franz Hessel). E la donna, l´amata, la Khate del romanzo, la Catherine del film di Truffaut, e nella vita, lei Helen Hessel, tedesca bionda dagli occhi blu, di gran famiglia, ondivaga tra la Francia e la Germania, pittrice, giornalista, traduttrice (anche di Lolita), amica di Adorno, di Benjamin, di Rilke, di Man Ray, di Gertrude Stein.
Se adesso Kathe e Catherine escono dal romanzo e dal film per riprendere la loro vera identità, quella appunto di Helen Grund, due volte sposata e due volte divorziata da Franz Hessel, è perché in Francia Marie-Françoise Peteuil ne pubblica una bella biografia da Grasset: e perché anche da noi ci si è entusiasmati per un libriccino, Indignatevi! (add editore), autore un ironico vegliardo di 93 anni, di cui la Bur Saggi pubblica un libro-intervista, Dalla parte giusta: Stéphane Hessel, diplomatico che ha dedicato tutta la vita alla difesa dei diritti civili, figlio secondogenito di Helen e Franz. Su Sky poi stanno ridando il film di Truffaut, che dopo cinquant´anni, nel suo sfolgorante bianco e nero, è tuttora trasgressivo, tuttora struggente, con una meravigliosa Jeanne Moreau. Quell´anno, era il 1962, una Helen di 75 anni scrive, commossa al regista: «Seduta nella sala buia, temendo delle somiglianze mascherate, delle analogie più o meno irritanti, sono stata subito conquistata, afferrata, dal potere magico, vostro e di Jeanne Moreau, di ridar vita a ciò che era stato vissuto ciecamente…». Il film che rispetta la poetica irresistibile del romanzo, uscì con grande successo e altrettanto scandalo, ed è il brusco finale il suo culmine emotivo; quando Kathe-Catherine invita Jim sulla sua auto e chiede a Jules di guardarli: devia su un ponticello in riparazione, accelera, sterza e Jules impotente li vede precipitare in acqua, loro due per sempre insieme, senza di lui che sopravviverà in solitudine. Naturalmente la realtà era stata diversa: il primo a morire era stato proprio Jules-Franz, nel 1941, braccato in Francia come ebreo tedesco. Nel 1959 si era spento Jim-Henri-Pierre. All´uscita del film, dimenticata, isolata, vecchia, era rimasta solo lei Helen, la fulgente protagonista di una vita di passioni estreme, di scatenata libertà, di incessanti avventure sessuali: ogni volta che Roché la tradiva, lei lo tradiva, ed ogni volta la loro storia ricominciava sempre più fiammeggiante e crudele, per anni.
È ovvio che Roché, raccontandosi come Jim, è molto indulgente con se stesso: ma come ce lo racconta la biografia di Helen e non certo il romanzo, lui grande, bello, colto, seduttore incallito, pigro e vile, è l´interessante esempio del più bieco maschilismo d´epoca, forse per questo adorato da una donna forte e intelligente come Helen e da tutte le donne che decide di portare a letto. Quando inizia la loro relazione, finita la prima guerra mondiale che ha diviso i due amici, Franz e Henri-Pierre, lui è uno scapolo incorreggibile di 40 anni e vive a Parigi sotto la protezione della mamma e della nonna; lei ne ha 34 e vive vicino a Monaco col marito Franz e i due figli, Ulrich e Stéphan. Lui la conquista con la frase che riserva a tutte le innamorate: «voglio tenerti nuda tra le braccia e avere un figlio da te». È tale la reciproca passione che si cornificano subito, sorvegliati da Franz che vuole solo la loro felicità e la propria disperazione. Roché insiste: vuole da lei a tutti i costi un figlio, lei resta incinta. Troppo presto! Prima bisogna informare la di lui mamma, poi lei deve divorziare, e sposarlo, per poi divorziare e risposare Franz! Non resta che abortire, e la cosa si ripeterà tre volte, con le stesse modalità e la stessa viltà. Intanto il don giovanni parigino scrive un Don Juan e sente l´obbligo morale di sposare Germaine, la sua amante di sempre: dolce, sottomessa, tutto il contrario di quell´Erinni di Helen che si procura una rivoltella e lo minaccia in continuazione.
Sempre smanioso di paternità purché non siano né l´amante né la moglie a dargli un figlio, ecco che Roché si innamora pazzamente di Denise, una ragazza psicologicamente fragile cui hanno asportato un seno, ed è da lei che vuole a tutti i costi un bambino: il piccolo Jean Claude nasce nel maggio del 1931, e viene dichiarato di padre e madre ignoti, affidato all´assistenza pubblica e subito adottato da Denise. Non solo la morale è salva, ma questa ipocrita soluzione permette al multifedifrago di avere il figlio desiderato dalla donna amata, senza che né la moglie, né Helen lo sappiano. Non lo sapranno per due anni: la lotta per il possesso dell´instancabile maschio è quindi tra Germaine e Helen, che non sanno di essere ormai entrambe fuori gioco. Quando, naturalmente a letto, lui confesserà a Helen l´esistenza di quel bambino, sarà l´inferno: l´amante impazzita informa la moglie, si mette a inseguire il traditore, a spiarlo, e lui terrorizzato finisce col rivolgersi alla polizia. Quando avviene la drammatica rottura definitiva, lei ha 47 anni. Il tempo di Jules e Jim è ormai finito per sempre, come quello di Khate-Catherine. Ma Helen è viva e non rassegnata. L´aspettano anni terribili di salute malferma, guerra, povertà, fughe, solitudine, e lei li affronterà con la stessa irruenza e generosità con cui ha vissuto la passione amorosa. Riesce a far uscire dalla Germania nazista l´ex marito ebreo, Franz e il figlio Ulrich, a 58 anni entra nella resistenza francese, mentre il suo ex amatissimo Roché se ne sta nascosto, dopo aver composto un´ode per il maresciallo Petain. Finita la guerra farà negli Stati Uniti la governante, la cameriera, l´inserviente, per poi tornare delusa in Francia. Ultraottantenne (morirà nel 1982 a 96 anni), vivrà un ultimo scandaloso ultratardivo amore. Un giovane ricercatore tedesco, Bernd Witte, grande e biondo, va a trovarla per una sua tesi su Walter Benjamin che fu amico suo e di Franz, e lei se ne incapriccia, gli consegna il suo diario, gli racconta, stordendolo e affascinandolo, la sua vita, i suoi amori, la sua pazza passione per Roché. La biografia dalla Peteuil riporta il vago commento del giovane: «Lei aveva un vigoroso appetito vitale e viveva i suoi amori senza nasconderlo. Perché non pensare che ci si possa innamorare anche a 80 anni?».