La Stampa 13/7/2011, 13 luglio 2011
LETTERE
Sono nato a Exilles tanti anni fa: se c’è qualcosa di tragico in valle di Susa è il traffico. Chiunque percorra anche una sola volta la valle di Susa si rende conto che le maledizioni ecologiche che la sovrastano sono due: l’edilizia selvaggia delle seconde case e il fiume di tir che la percorre. Decenni fa si è scavato il tunnel del Frejus e, dall’oggi al domani, si sono rovesciati i Tir nella valle. Gli amministratori si sono trovati così a implorare la costruzione di un’autostrada. Il traffico dei Tir è in continuo aumento: la prossima catastrofe ecologica è l’apertura di una seconda «canna» del tunnel con il raddoppio del numero dei tir e l’allargamento dell’autostrada. Di questo però nessuno parla.
L’unica proposta sensata per ovviare a questo stato di cose è stata la Tav, cioè spostare i Tir su rotaia: ma da vent’anni le argomentazioni razionali sono sopraffatte da urla sguaiate.
Giorgio Gilibert