Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 13 Mercoledì calendario

UN MODERATO

La violenza va sempre deprecata ecc. ecc., ma se è vero che l’ex comunista Primo Greganti picchiò Di Pietro durante un interrogatorio – lo rivela il nuovo libro di Renato Farina – secondo me ha fatto bene. Raccontò Greganti in un paio di vecchi libri: «Avevano emesso un mandato d’arresto illegittimo, e sia Ghitti che Di Pietro hanno riconosciuto l’errore, ma poi Di Pietro disse: “Adesso vado da Davigo, e vedrai che lui un motivo per tenerti dentro lo trova”. Fatto sta che io ritorno in cella e ci resto per 26 giorni». Poi: «Di Pietro mi mandò ad arrestare a casa prima dell’alba: mi voleva catturare nel sonno. Solo che io non c’ero, avevo dormito fuori. Dove abito io c’era mezzo metro di neve. Io e Di Pietro quella mattina avevamo un appuntamento, era da 15 giorni che gli chiedevo di ricevermi. Finalmente ci accordiamo per le 11 al Palazzo di Giustizia di Milano, e lui che fa? Mi manda i poliziotti alle quattro del mattino a casa per arrestarmi. Hai capito che metodi?». Sono metodi che Di Pietro ha nascosto, ma mai negato. Disse lui stesso: «Io andavo da Davigo o da Colombo e segnalavo un’operazione che mi puzzava. “Vedi che cosa è successo qui?”, questo secondo me è un reato di porcata... Cari Davigo e Colombo, cavoli vostri, entro domattina trovate una soluzione che giuridicamente non faccia una piega». Traduzione: io lo metto dentro, il come e il perché trovatelo voi.

Filippo Facci