Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 13/7/2011, 13 luglio 2011
«LODO, LA FININVEST PAGHERÀ NO A UNA LEGGE ANTI-SENTENZA»
MILANO— La maggioranza non riproporrà alcuna norma salva-Fininvest. È l’avvocato parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini a mettere, per ora, una pietra tombale sul varo di una legge che, riprendendo il codicillo che dopo essere stato inserito nella manovra finanziaria era poi stato tolto, imponga la sospensione dell’esecutività in appello delle sentenze civili di risarcimento superiori a 20 milioni di euro. «Non c’è nessuna ipotesi di legge, lo escludo categoricamente» e la «Fininvest pagherà» , dichiara il deputato uscendo dall’aula del gup di Milano dove un minuto prima ha chiesto il proscioglimento di Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade. Ieri i legali della Cir hanno fatto un altro passo verso la riscossione dei 560 milioni che la Fininvest è stata condannata a pagare con la sentenza di appello sul lodo Mondadori presentando una richiesta alle banche che hanno concesso una fideiussione alla società del biscione. Ghedini, come hanno già fatto in precedenza anche altri esponenti del partito, difende comunque lo spirito di quella norma ritirata all’ultimo momento e considerata da molti una legge ad personam, per Silvio Berlusconi, o meglio, a favore dell’azienda creata dal Cavaliere. L’avvocato deputato è convinto che comunque essa «stabiliva un principio di civiltà» perché «ci sono società costrette a pagare per poi vedersi ribaltare il giudizio» in Cassazione. Ghedini è un penalista e non segue professionalmente gli aspetti legali connessi al processo civile sul lodo Mondadori. È lui stesso a premetterlo quando dichiara che «Fininvest pagherà» , assicurando così che il gruppo ha la solidità e, soprattutto, la liquidità necessarie per affrontare le conseguenze civilistiche derivate dalle condanne penali per la corruzione del giudice Metta. Questo vuol dire che il collegio difensivo non chiederà la sospensione dell’esecutività della sentenza della seconda sezione d’appello, magari con un’istanza di un intervento urgente che non pregiudichi la situazione patrimoniale e finanziaria del gruppo? «Non posso escludere nulla — risponde Niccolò Ghedini —, non me ne occupo direttamente, decideranno i civilisti, ma per quello che ne penso io sono convinto che pagheranno» . Anni di battaglie con la magistratura milanese fanno predire al legale del premier che in ogni caso non c’è da sperare che i giudici decidano un’eventuale sospensione, visto che «avrebbero potuto farlo» autonomamente, e «certamente non lo faranno» in futuro. Quindi non resta che mettere mano alla cassa e tirare fuori milioni di euro di risarcimento. «Fininvest pagherà e speriamo che avrà i soldi indietro» , aggiunge Ghedini il quale è convinto che in futuro la Corte di cassazione «farà giustizia» ribaltando la pesantissima sentenza, anche perché «non c’è mai stato nessun danno per De Benedetti» . A ostentare sicurezza sulla solidità della Fininvest si aggiungono anche voci interne al gruppo e alla famiglia Berlusconi. «Non penso che i 560 milioni del lodo Mondadori influenzeranno l’andamento dei palinsesti televisivi» dichiara lo showman Paolo Bonolis, punta del palcoscenico di Canale5. «Sto preparando un preserale per settembre, non sono amministratore ma non penso che quello che sta succedendo si ripercuoterà sui programmi» . In campo anche una delle figlie del premier, Barbara Berlusconi, che da tempo fa coppia fissa con il fuoriclasse brasiliano rossonero Pato: «Voglio rassicurare i tifosi: non mancherà l’impegno del gruppo per il Milan per raggiungere tutti i prestigiosi obiettivi che ci siamo dati» perché «sono convinta che l’amore di mio padre per il Milan sia più grande» . Intanto i legali della Cir, gli avvocati Elisabetta Rubini e Vincenzo Roppo, hanno ritirato in cancelleria la coppia autentica della sentenza e l’hanno consegnata con una richiesta di pagamento a Fininvest e a Intesa Sanpaolo, l’istituto di credito che guida il pool (ne fanno parte anche Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio) che ha fornito la fideiussione da 806 milioni al gruppo della famiglia Berlusconi.