Stefania Tamburello, Corriere della Sera 13/7/2011, 13 luglio 2011
ASTA DEI BOT, PRIMA PROVA SUPERATA NEL 2012 SCADENZE A QUOTA 200 MILIARDI
Superato l’appuntamento con l’asta di metà mese dei Bot annuali, al Tesoro pensano a quello di domani con il collocamento dei titoli a più lunga scadenza, Btp a 5 e 15 anni. Con meno timori. Per tre motivi: perché ieri i Bot offerti per 6,7 miliardi sono stati tutti assegnati senza difficoltà seppure al costo di rendimenti pari quasi il doppio dei precedenti. Perché i Btp sono offerti in quantità non predeterminata, ma flessibile entro una forchetta tra 3 e 5 miliardi. Senza contare che sono di quattro tipi, di cui due sono la riapertura di vecchi collocamenti su richiesta degli operatori specializzati. Cioè in pratica sono titoli già piazzati. E perché infine la tregua dei mercati di ieri fa ben sperare. Anche se tutti, nelle tesorerie delle banche e al ministero del Tesoro, sono ben coscienti che si tratti solo di una tregua. Di una pausa che non allenta la tensione sui mercati. Che riguarda l’Italia, bersaglio preferito della speculazione, ma soprattutto l’Euro e l’Europa ancora alle prese, dopo più di un anno, con la ricerca di una soluzione delle crisi di Portogallo e Grecia e Irlanda, ulteriormente declassata proprio ieri da Moody’s. Non possono quindi non preoccupare le prossime aste, sapendo in particolare che l’onere dei finanziamenti da reperire diventerà più pesante il prossimo anno. Nel 2012 scadranno titoli a media e lunga scadenza per 200 miliardi di euro, 40 miliardi in più di quest’anno. Una bella cifra che significa per il Tesoro la necessità di affacciarsi sul mercato per collocare titoli con più frequenza e con richieste quantitativamente importanti. A dire il vero in via XX Settembre gli esperti si stanno già preparando per affrontare le maggiori difficoltà. E lo stanno facendo cercando di ridurre le scadenze e quindi i rinnovi del prossimo anno dei titoli a più breve termine. Ieri per esempio sono stati offerti volumi di Bot inferiori a quelli in scadenza: 6,75 miliardi contro 7,1 miliardi. Proprio per evitare che tra un anno i Buoni del Tesoro vadano ad appesantire l’offerta complessiva dello Stato italiano sul mercato. In tal modo la quantità di finanziamenti da reperire attraverso il collocamento di titoli a breve e a media e lunga scadenza, potrebbe risultare la stessa, circa 400 miliardi degli scorsi anni. Sui Bot poi dovrebbe continuare la politica di risparmiare le emissioni dei titoli trimestrali, determinata solo da esigenze di cassa, di liquidità insomma. E quindi in questa fase non necessaria. Se le pressioni sui mercati dovessero però rientrare potrebbero tornare in campo per arricchire gli strumenti di raccolta. Resta poi l’incognita dei costi e dei tassi ma su quella, affermano gli esperti e gli operatori, c’è poco da far piani e previsioni. Nella definizione del programma di emissioni di titoli è stato già calcolato e inglobato nei costi il rialzo dei tassi sulla base della tendenza avviata dai due aumenti decisi dalla Bce. Ma certo non sono stati immaginati i picchi toccati negli ultimi giorni di turbolenza e di attacco della speculazione all’Italia. Anche se al momento nessuno si è messo a fare i conti su quanto ciò possa costare al Paese, perché si aspetta, e si spera, che la situazione si chiarisca, che l’Europa prenda una decisione comune sulle crisi di Grecia, Portogallo e Irlanda e i mercati si assestino. Se i livelli di rendimento e di spread dovessero rimanere gli attuali i problemi sarebbero, non solo per l’Italia ma per l’intera Eurozona, ben più pesanti. L’auspicio è che il differenziale tra i Btp decennali e i Bund tedeschi di uguale durata che ieri hanno toccato i 353 punti base, ritorni quanto meno al livello di fine giugno, pari a 180 punti base, prima dell’inizio della follia speculativa.