Antonio Caperna, Leggo 13/7/2011, 13 luglio 2011
OCCHI, CHERATOPROTESI PER TORNARE A VEDERE
Un glaucoma congenito bilaterale per colpa della rosolia della mamma e il mondo appare un alone bianco. La vita va avanti, finchè non si conosce l’uomo della propria vita e si decide di sposarlo. Ma prima c’è la scelta di provare l’ennesimo intervento, per cercare di guardarlo negli occhi il giorno del matrimonio. Oggi Rosetta, trentenne di Caserta, è pronta per dire sì al suo Yuri, che per la prima volta ha visto e riconosciuto. «Grazie alla cheratoprotesi e al prof. Aldo Fronterrè – afferma Rosetta dalla sua casa in Toscana, dove a fine agosto si svolgeranno le nozze- In passato mi sono sottoposta a numerosi interventi in Europa e in Russia ma senza successo, finché, cercando su internet ho saputo del professore e ho fissato un appuntamento a Milano. Dopo un mese ho fatto l’operazione e quando ho visto per la prima volta il mio fidanzato mi sono emozionata!». La Cheratoprotesi secondo Boston, di cui il prof. Aldo Fronterrè (www.aldofronterre.it) è il pioniere in Europa, arriva dall’Università Harvard e rappresenta una nuova opzione al trapianto di cornea. In alcuni casi infatti il trapianto tradizionale è impossibile o destinato ad un sicuro fallimento.
Così la Harvard Medical School ha messo a punto una cornea artificiale, che permette di sostituire quella opaca con una particolare protesi trasparente in materiale sintetico. La sua peculiarità è di non andare incontro a rigetto o opacamento, risolvendo così i vari gradi di cecità del paziente. Oltre duemila persone fino ad oggi hanno avuto giovamento dall’intervento.
«Con questa nuova tecnica si ha l’opportunità di riacquistare una buona visione – spiega il prof. Fronterrè, specialista in Chirurgia Corneale, già Primario di Chirurgia Oculistica presso la Fondazione “Salvatore Maugeri” di Pavia- La protesi è costruita in polimetilmetacrilato, un materiale sintetico trasparente con una ottima tollerabilità ed eccellenti proprietà ottiche. La Boston Keratoprosthesis consiste nella sostituzione della cornea del paziente con una protesi in titanio e polimetilmetacrilato, inserita in un lembo di cornea di donatore, che funge da supporto, e quindi viene impiantata nell’occhio del paziente insieme a una lente a contatto». Prima dell’intervento, che dura un’ora in anestesia locale, il paziente è sottoposto a un’accurata visita oculistica, per stabilire se è un buon candidato per questa chirurgia.