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 2011  luglio 12 Martedì calendario

Venturi Marcello

• Seravezza (Lucca) 21 aprile 1925, Molare (Alessandria) 21 aprile 2008. Scrittore. Giornalista • «[...] Esordiente sulle pagine del Politecnico di Elio Vittorini, nel 1952 il suo Dalla Sirte a casa mia vinse il premio Viareggio opera prima. Con il romanzo Bandiera bianca a Cefalonia, pubblicato nel 1963 e ristampato di recente negli Oscar Mondadori, fu tra i primi autori del dopoguerra a raccontare l’eccidio di Cefalonia. Giornalista dell’Unità oltre che scrittore [...] lavorò anche come redattore per la casa editrice Feltrinelli. Nei suoi libri, ha trasposto le esperienze della Resistenza e la vita osservata nell’Appennino tosco-ligure, luogo dell’infanzia. Tra i suoi titoli: Il treno degli Appennini (uscito nei “Gettoni” dell’Einaudi), Vacanza tedesca, L’ultimo veliero, L’agricola, Il nemico ritrovato. [...]» (“la Repubblica” 22/4/2008) • «Tra Il racconto, pubblicato nel marzo 1942 su un foglio fiorentino, e All’altezza del cuore, volume di racconti uscito [...] da Aragno, si racchiude la lunga e operosa vita letteraria di Marcello Venturi [...] la sua storia e la sua vita letteraria erano iniziate in una piccola stazione ferroviaria delle Apuane, punto di partenza evocato con magica e virile nostalgia nel Treno degli Appennini (1956). Allora Venturi non era però più redattore culturale dell’Unità di Milano. Il tempo delle grandi illusioni era passato. Il sogno svanito. Alla Commissione nazionale del Pci, capeggiata da Alicata, non piaceva la pagina culturale dell’Unità di Venturi, dove scrivevano giovani lontani dalle direttive neorealiste come Anna Maria Ortese e Mario Schettini. Venturi, per molti anni redattore della Feltrinelli, dopo il matrimonio con la scrittrice Camilla Salvago Raggi si era ritirato a vivere nell’Alto Monferrato. Con la rutilante apparizione del Gruppo 63 anche lo scrittore neorealista e vittoriniano aveva inteso la crisi degli strumenti letterari. Non tradì però la sua idea di scrittura, sempre attento alla tensione etica e morale. Trovò la sua forma espressiva e la misura di una mai perduta passione politica in alcuni “romanzi di memoria” che testimoniano la crisi del ’900: Bandiera bianca a Cefalonia, Sdraiati sulla linea, Via Gorkij 8, interno 106» (Giuseppe Marcenaro, “La Stampa” 22/4/2008).