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 2011  luglio 09 Sabato calendario

LE RAZZE

I giardini di Porta Venezia a Milano sono un buon posto dove avere visioni su uomini e animali. Forse perché un tempo qui c’era lo zoo. All’inizio degli anni Novanta, per esempio, il parco fu invaso dai ratti e ogni giorno ci si ritrovava - studenti, pensionati e casalinghe - a commentare quanto fossero intelligenti, tutti ipnotizzati dalla contemplazione del nostro riflesso. Oggi è diverso. Ogni mattina appaiono uomini e donne di molte nazionalità con mazzi di cani al guinzaglio rastrellati tra le famiglie che vivono in zona. Le bestie tirano per la smania e i guinzagli si aprono a raggiera, l’uomo scompare e viene da pensare a una nuova creatura con molte teste abbaianti, e una umana. Anche nell’area dove un tempo c’era lo zoo - e adesso c’è un bar frequentato da impiegati del catasto e redattori del Corriere - succedono cose inquietanti. La gabbia in cui quando ero bambino era rinchiusa la pantera nera è seminascosta da un canneto da cui, all’ora di pranzo, ho visto emergere un ragazzo nerissimo e mezzo nudo che andava a lavarsi al ruscello. Un po’ d’Africa ai giardini tra gli oleandri e il baobab. Ho pensato che forse era la reincarnazione della pantera e mi sono chiesto se il salto tra la razza umana e le altre sia vertiginoso come un tempo. Il 10 giugno un istituto argentino ha annunciato di avere prodotto una mucca clonata - Rosita - che grazie a un innesto genetico produrrà latte umano. Il giorno dopo, l’Università di Pechino ha detto di averne già trecento di vacche così. Vale anche l’inverso? Nasceranno donne capaci di fare latte di vacca, capra, pecora o cocco? Probabilmente sì. Nel maggio di quest’anno il Consiglio superiore di Sanità ha concesso a Cesare Galli, veterinario a Cremona, di avviare un allevamento di maiali geneticamente modificati. Nel 2009 ricercatori giapponesi sono riusciti a impiantare in una nidiata di uistitì (deliziose scimmiette dette anche callitrici) il gene di una medusa. Il risultato è che i fratelli Hisui, Wakaba, Banko, Kei e Kou sono nati verdi fosforescenti. L’esperimento era già stato fatto con un ratto, la novità giapponese è che la fosforescenza è diventata un fattore ereditario. Sono millenni che l’uomo si sogna animale. Immagina di essere Minotauro, arpia o fauno. Li chiama mostri, ma ne è attratto come se gli invidiasse una sapienza perduta. Sono secoli - da quando, con il capitalismo, anche la fantasia deve portare soldi - che l’uomo cerca di ricavare vantaggio dalla commistione con altre razze. È una storia di fallimenti che inizia nel 1667 con una trasfusione di sangue d’agnello in un ragazzo di 15 anni (che guarì, nonostante i dottori) e continua alla fine dell’Ottocento con innesti di pelle di rana, per diventare di moda nel 1920 in Francia, quando il medico Serge Voronoff trapianta fette di testicolo di scimmia in quelli umani per ringalluzzirli (ci provarono in centinaia, tra cui il poeta William Butler Yeats) ed esplode negli anni Sessanta con una serie di trapianti di cuori, fegati e reni di babbuini, scimpanzé e suini immancabilmente finiti con il decesso degli esseri umani. Il record, tuttora imbattuto, appartiene a una ragazza di 23 anni che nel 1964 sopravvisse nove mesi a uno xenotrapianto di rene. Cinquant’anni dopo, la genetica ha buone speranze di superare i problemi di rigetto e le società del settore di fare grandi guadagni in borsa da qui al 2015. Non sarà ovviamente soltanto questione di vita o di morte. Diventerà presto anche questione di vita. Se oggi esistono shampoo alla placenta di istrice, presto parleremo di xenopsicofarmacologia e xenocosmetica. Entro qualche decennio assumeremo geni di medusa per lavorare in autostrada di notte o di lucciola per illuminarci il culo a intermittenza nelle calde notti ibizenche. Ci inietteremo geni di giraffa per farci crescere il collo o di yak per rinfoltirci i capelli. I trans prenderanno geni di anguilla per cambiare sesso in modo spontaneo e indolore; gli iperattivi di bradipo per calmarsi un po’. Le donne vorranno genoma di ape per fare il latte già dolce, al miele, oppure di gatta per fare le fusa e avere gli artigli. Annoiati ed ambiziosi pretenderanno Dna di bruco per trasformarsi in farfalle. Scrisse Junichiro Kawasaki in La fioritura dei ciliegi, la geisha e Goldrake: "Voglio essere lupo, uccello, tigre. Mi annoio ad essere uomo". Io ho chiesto a una bambina. Mi ha detto che vorrebbe tanto una coda di volpe.