a cura di Sandra Riccio, La Stampa 12/7/2011, 12 luglio 2011
COME FERMARE L’EFFETTO PANICO
1) Non vendere i Bot I rendimenti salgono ma i prezzi sono scesi -
Non vendete i Titoli di Stato. E’ questo il consiglio che arriva dagli esperti in questo momento di tensioni sul debito italiano. «Cedere Bot o Btp ora, prima della loro scadenza naturale, sarebbe come buttare il soldi dalla finestra dato che in questi giorni i prezzi sono scesi molto», spiega Giorgio Mascherone, Responsabile Investimenti di Deutsche Bank. L’esperto esclude la possibilità di un default del nostro Paese. I mercati non la pensano allo stesso modo: ieri il nervosismo degli operatori ha fatto salire il differenziale (spread) tra il decennale dell’Italia e il Bund tedesco a livelli record (306 punti contro i 245 di venerdì e i 190 del 1˚ luglio scorso). «Assistiamo a una reazione sproporzionata», dice Mascherone che poi aggiunge: «Non credo che il nervosismo sui mercati sia destinato a durare a lungo». Intanto il rendimento dei Titoli di Stato si è mosso decisamente verso l’alto e gli interessi pagati oggi ai nuovi sottoscrittori sono molto più alti rispetto a qualche mese fa: le scadenze a dieci anni sono salite al 5,73%, mentre i due anni ora pagano il 4% (l’anno). Oggi è attesa l’asta per le emissioni a 12 mesi. Per gli analisti il rendimento potrebbe arrivare al 3%, vale a dire quasi un punto percentuale in più rispetto all’emissione precedente.
2) Fiducia nei listini Ora sprofondano ma il rimbalzo è vicino
Brse di nuovo in trincea. La bufera di questi giorni si è abbattuta anche sulle azioni di Piazza Affari con gli indici che hanno ceduto tutto il cammino fatto da inizio anno. Il brusco ribasso ha messo in fibrillazione i risparmiatori che hanno azioni in portafoglio. A chi in questi giorni ha dovuto registrare brutti cali, gli esperti consigliano la calma e suggeriscono di non vendere: «Uscire oggi da questo tipo di investimento è del tutto ingiustificato, tanto più che le società italiane hanno fondamentali buoni e prezzi molto bassi», dice l’esperto di Deutsche Bank, Giorgio Mascherone. La convinzione è che il mercato sia in preda alla speculazione. Anche nel 2008 ci fu un andamento analogo, con un forte rimbalzo appena il quadro tornò più tranquillo.
3) Diversificare gli asset. Via da ciclici e banche, evitare il debito Usa
Puntare sulle scadenze brevi ed evitare le azioni del settore finanziario e il debito Usa. E’ la strada che gli esperti indicano agli investitori che in questo momento si ritrovano a fare scelte d’investimento. «Tenete d’occhio i Btp brevi, con durate sotto i tre anni», suggerisce Fabrizio Quirighetti esperto economista di Banca Syz. «Offrono tassi interessanti in rapporto ai rischi». A chi vuole diversificare fuori dall’euro suggerisce di acquistare oro e franco svizzero, ma solo porzioni piccole che non superino il 5% del portafoglio. Questo tipo di soluzione è indicata per chi è poco orientato al rischio. Per i più coraggiosi invece c’è la strada delle azioni. A patto che si evitino banche e ciclici che sono i settori che soffriranno di più ma allo stesso tempo anche quelli che rimbalzeranno maggiormente nel momento in cui la crisi sarà rientrata. Tra i titoli da acquistare ci sono quelli difensivi come Eni ed Enel. «Sul fronte dei bond di stato meglio stare alla larga dalle emissioni americane», dice Quirighetti che definisce la situazione del debito Usa peggiore di quella di tutta l’Europa nel suo complesso. «L’unico modo per mettere del tutto al sicuro i risparmi è quello di scegliere il Bund tedesco a breve oppure obbligazioni della Svizzera e dei Paesi nordici ma rendono solo l’1%».
4) Salvadanai elettronici al riparo dalla bufera E arrivano al 3% netto -
Niente rischi sui conti deposito. Proprio come i conti correnti non hanno risentito della crisi che ha investito i mercati finanziari. Sono strumenti che le banche offrono soltanto da pochi anni, ma che hanno già conquistato molti risparmiatori. Piace anche il paracadute del Fondo Interbancario di Tutela che protegge fino a 103 mila euro in caso di guai per la banca. Ai livelli attuali, i rendimenti sono interessanti e con il rialzo dei tassi della Banca centrale europea (Bce) potrebbero salire ancora: oggi, con un vincolo di due anni, è possibile spuntare il 2,95% netto che protegge il capitale investito dall’inflazione (a giugno ha raggiunto il livello del 2,7% secondo l’Istat).