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 2011  luglio 11 Lunedì calendario

LA CAMPAGNA D’AFRICA DI ANGELA (PER LIMITARE IL COLONIALISMO CINESE)

LA CAMPAGNA D’AFRICA DI ANGELA (PER LIMITARE IL COLONIALISMO CINESE) -
È con un approccio nuovo, totalmente pragmatico, che Angela Merkel inizia oggi una visita in Africa (la terza dal 2007) che la porterà in Kenia, Angola e Nigeria. Al centro della missione della cancelliera ci sono interessi di carattere energetico, soprattutto all’indomani della scelta di abbandonare il programma nucleare entro il 2022, e la possibilità di sviluppare nuovi accordi nel settore del gas e del petrolio. Ma gli obbiettivi del viaggio sono essenzialmente politici e strategici. In primo luogo c’è la necessità di tenere testa, nel continente africano, alla sfida lanciata da una potenza come la Cina che, secondo i dati del think-tank americano Heritage Foundation, ha destinato tra il 2005 e il 2010 il 14%dei suoi investimenti stranieri all’Africa sub-sahariana. Gli scambi commerciali tra Pechino e il continente nero hanno sorpassato nel 2010 i 120 miliardi di dollari. La Cina è un avversario agguerrito, pressoché imbattibile: non è un caso (come ricorda Der Spiegel) che il segretario di Stato americano Hillary Clinton abbia recentemente messo in guardia i Paesi africani dai rischi di un «nuovo colonialismo» . In questo quadro complesso la Germania tenta di fare, come sempre, del suo meglio. Ma ci sono anche altre sfide. Nelle settimane scorse, in previsione di questa visita, il governo di Berlino ha messo a punto un «nuovo concetto» sulle relazioni con i Paesi africani che ha molti punti di interesse e suscita contemporaneamente qualche interrogativo. «Per la prima volta— ha spiegato a Deutsche Welle il direttore dell’Istituto di africanistica dell’Università di Lipsia, Helmut Asche — non si mettono in primo piano gli aiuti per combattere la povertà ma si tratta con Paesi normali con i quali sviluppare un livello normale di relazioni» . Il punto di riferimento sono gli «interessi comuni» . La Germania mostra, come sempre, molta determinazione a perseguire una politica di questo genere. Rimane il dubbio se l’Africa sia completamente pronta a questa rivoluzione. Paolo Lepri