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 2011  luglio 11 Lunedì calendario

L’auto? Sposa meccanica - Arriva l’estate e ai proprietari di automobili si pone un problema: dove lasciare l’auto durante le vacanze? La domanda presuppone che sempre più persone non la usino per recarsi nei luoghi di villeggiatura, preferendo treni o aerei

L’auto? Sposa meccanica - Arriva l’estate e ai proprietari di automobili si pone un problema: dove lasciare l’auto durante le vacanze? La domanda presuppone che sempre più persone non la usino per recarsi nei luoghi di villeggiatura, preferendo treni o aerei. Ora si va più lontano e l’auto resta a casa. Dove? Nel garage. Tuttavia secondo una recente statistica il numero delle auto di proprietà in Italia supera ampiamente la disponibilità dei ricoveri coperti. Il che significa che in molte città restano parcheggiate per strada. Ed ecco, dunque, il biglietto qui accanto: un dépliant distribuito nelle cassette delle lettere del quartiere dove abito. L’invito allude all’abbandono degli animali per strada, una piaga estiva. Nel disegno simil-Manara l’autovettura è rimorchiata da un’avvenente ragazza in hot pants; la trascina come se fosse il suo barboncino. Rovesciamento di un luogo comune, o meglio: un suo sviluppo. Se nell’immaginario maschile l’auto è una donna, qui invece appare come un animaletto al guinzaglio della donna. Una metafora della metafora? Probabilmente sì. Che l’auto sia un «oggetto» femminile lo certificava anche Marshall McLuhan, di cui ricorre ora il centenario della nascita, nel suo primo libro, La sposa meccanica (1951). Il massmediologo canadese mostrava, usando le pubblicità dei quotidiani (cui s’spira anche questo dépliant casereccio), come la donna apparisse «una macchina erotica, a tratti sgradevole, ma pur sempre stimolante». Per cui si può sostenere che l’auto è una donna: la sposa meccanica. L’offerta del parcheggio (posti auto coperti e custoditi a 8 euro al giorno e 110 al mese) è allettante visti gli alti costi attuali delle Spose meccaniche. Nell’esordio del capitolo omonimo del libro McLuhan riportava tre slogan-poesie, pubblicità ma anche filastrocche alla Humpty Dumpty: «Avete notato alcuni pezzi di ricambio recentemente?/ Avete i requisiti per prendere al laccio qualcuna? Consultateci sull’offerta più alta per il vostro vecchio modello; "il passo", "le gambe", "il corpo", "i fianchi", "lo sguardo","le labbra"./ È caduta da un muretto? Chiamate a raccolta tutti i cavalli e gli uomini del re». Il massmediologo canadese era famoso per i suoi giochi di parole, ma si può dire che aveva intravisto il futuro. Il volantino del parcheggio è già virtualmente presente nel suo libro di sessant’anni fa. Niente di nuovo sotto il sole. Un’estate in garage.