FRANCESCO GRIGNETTI, La Stampa 11/7/2011, 11 luglio 2011
La carriera a tutto gas frutta sei milioni di euro in soli quattro anni - Ah, quanto piaceva a Marco Milanese farsi vedere in giro sulle fuoriserie, a bordo del suo motoscafo, nella villa di Nizza
La carriera a tutto gas frutta sei milioni di euro in soli quattro anni - Ah, quanto piaceva a Marco Milanese farsi vedere in giro sulle fuoriserie, a bordo del suo motoscafo, nella villa di Nizza. Amava i costosi weekend a New York, rigorosamente nei migliori alberghi. Oppure presentarsi a Natale con un orologio «Patek Philippe» da quindicimila euro nella carta da regalo. Un uomo generoso, non c’è che dire. Ricopriva d’oro la sua fidanzata, Manuela Bravi, che di mestiere fa la portavoce del ministro Tremonti e ora al telefono sputa veleno sui giornalisti: Natale 2009, un orologio da donna «Frank Muller» con brillantini a forma di cuoricino; l’estate precedente, orecchini con diamante pendente da tre carati. Già, ma tutto diventa più facile quando alla cassa passa qualcun altro. Prendiamo i regali del Natale 2009. Sono in tutto tre orologi di pregio, cinquantamila euro di valore complessivo, ma siccome sono di seconda mano vengono scontati a trentanovemila euro. Passa a ritirare l’autista di Milanese. Paga l’avvocato Paolo Viscione, uno degli accusatori del deputato. Dalla deposizione del gioielliere Stefano Laurenti: «Viscione versò l’importo di 39 mila euro, anzi versò la somma complessiva di 44 mila... mi saldò anche un «sospeso» del predetto Milanese di 5 mila euro per l’acquisto di un anello con brillanti da donna acquistato circa due anni prima e non ancora completamente saldato». Stesso giochino con il gioielliere Costanzo Albertino di Capri. Era il sistema-Milanese. La barca, uno splendido yacht di 15 metri, consegnatogli nell’aprile 2009, la paga 700 mila euro. Sono 100 mila subito, il resto con rate di leasing da 6 mila al mese che però non paga e tanto ci penserà qualcuno. Lo stesso per la Ferrari Scaglietti, acquisto da 272 mila euro. Di tasca sua copre solo undici rate. A saldare ci pensa Paolo Viscione, che è un avvocato e mercante d’arte, e pagavai costosi capricci di Milanese perché nel frattempo quello lo informava di quanto andava scoprendo la Finanza sul suo conto e poi perché sperava di portare il genero alla candidatura di sindaco nel suo paese, Cervinara (Avellino). Ricapitolando il ménage di Marco Milanese, per quello che ha scoperto la Procura di Napoli: un appartamento nel centro di Roma in affitto a 8.500 euro al mese (e dato in uso al ministro Tremonti), 15 mila euro di alimenti alla ex moglie, il mutuo, le rate di leasing per barca e macchina (e sarebbero altri 11 mila euro), la carta di credito usata a piene mani (in quattro anni ha rimborsato 448 mila euro), mezzo milione di titoli depositati in banca, un nuovo immobile in arrivo (versato un assegno da un milione di euro). Niente male per uno che fino al 2004 era un semplice ufficiale della Guardia di Finanza, dapprima aiutante di campo del ministro dell’Economia nel 2002 e poi caposegreteria nel settembre 2003. E’ allora che avviene in grande salto: dal Corpo al Palazzo. Milanese diventa la preziosa chiave di accesso al ministro Tremonti (e anche al suo successore Domenico Siniscalco, dal luglio 2004 all’aprile 2005). E guarda caso è quello il tempo in cui le industrie di Stato si affannano a sottoscrivergli contratti di consulenza. E così Alitalia (vecchia gestione) gli darà 164.773 euro, Ferrovie dello Stato 245.792 euro, la Rai 130.788 euro, Unire 16.307, InaAssitalia 25.022, il ministero delle Finanze 245.792, il Poligrafico 173 mila. Persino la presidenza del Consiglio si avvale della sua preziosa consulenza per altri 160 mila euro. E ci sono anche alcune transazioni misteriose: riceve 170 mila da C.e.s.s.i.i. di Latina; 237 mila dalla società Cashgold; 218 mila euro dall’autosalone Racecars. «Ero diventato un libero professionista, guadagnavo 50-60mila euro al mese...», dice Milanese nel suo interrogatorio per giustificare tale tenore di vita. Dal 2008, peraltro, diventa deputato e ci sono anche le indennità da parlamentare. Ma poi c’è il resto. Il resto, quello che il sottosegretario Carlo Giovanardi definisce «una simonia immonda», secondo i pm è l’occulta compravendita di incarichi pubblici. Lui si compra la barca «Mochi Craft» e la rivende cinque mesi dopo: il prezzo nel frattempo si raddoppia, passando da 700 mila a 1,4 milioni di euro; l’operazione è pilotata da uno come Fabrizio Testa che aspira a una nomina nella galassia delle società pubbliche, i soldi ce li mette Eurotec, una piccola società che incassa commesse milionarie. Quando si compra la Ferrari, da indietro al concessionario una Porsche («Non potevo mica tenere due macchine...»), ma non fa una permuta come tutti i comuni mortali. No, Milanese i soldi della Porsche se li fa dare in contanti. E a pagare le rate della Ferrari ci pensa qualcun altro. Secondo il consulente della procura, il professor Luigi Mancini, sui conti di Milanese in quattro anni ci sono stati movimenti bancari per quasi 6 milioni di euro. E restano ancora oscuri i particolari di un conto aperto presso il Credit Agricole di Draguignan, in Francia.