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 2011  luglio 10 Domenica calendario

“Giustizia per Sergei” La Russia degli onesti trova il suo martire - Quando l’avvocato di Mosca Sergei Magnitsky scoprì che un gruppo di finanzieri e ufficiali di polizia russi corrotti aveva defraudato lo Stato di ben 230 milioni di dollari, li denunciò alle autorità

“Giustizia per Sergei” La Russia degli onesti trova il suo martire - Quando l’avvocato di Mosca Sergei Magnitsky scoprì che un gruppo di finanzieri e ufficiali di polizia russi corrotti aveva defraudato lo Stato di ben 230 milioni di dollari, li denunciò alle autorità. La mossa gli costò la vita. E mise anche in moto una serie di eventi che hanno trasformato questa storia tragica in una delle battaglie legali più importanti nella storia della Russia. Sconosciuto fino al novembre del 2009, Magnitsky è diventato una causa celebre. Il suo caso è diventato così importante che è visto come una cartina tornasole del sistema giudiziario e dell’alta politica della Russia. Magnitsky, padre di due bambini, fu arrestato nel novembre del 2008 con la falsa accusa di evasione fiscale dagli stessi poliziotti che aveva denunciato. In carcere gli venne una pancreatite ma gli venne negato qualsiasi soccorso medico. Quando la sua condizione peggiorò, fu trasferito in un altro carcere di Mosca, si supponeva per essere curato. Invece, gli fu messa una camicia di forza e fu rinchiuso in cella d’isolamento dove morì di crisi cardiaca, all’età di 37 anni. Era in prigione da un anno. Scoppiò lo scandalo. Il Cremlino licenziò funzionari della prigione e varò una legge per garantire che gli accusati di crimini economici non vengano rinchiusi prima che il loro caso arrivi a giudizio. Ma nonostante le promesse di una vera indagine, il ministero degli Interni consegnò premi di servizio a diversi implicati nel suo arresto e nella sua morte. Addirittura il ministero celebrò il primo anniversario della morte di Magnitsky, accusandolo di aver commesso gli stessi crimini che aveva denunciato. La sua storia è tragica e scioccante, ma la corruzione e l’ingiustizia sono all’ordine del giorno in Russia. Tuttavia, chi è dietro alla truffa e alla morte di Magnitsky non fece i conti con William Browder. Lo studio legale per il quale lavorava Magnitsky era stato ingaggiato da Browder, un finanziere americano che dopo aver fatto fortuna fu cacciato dalla Russia nel 2005 da nemici potenti. La truffa scoperta da Magnitsky coinvolgeva proprio tre società della Hermitage Capital, l’hedge fund di Browder. La banda di poliziotti criminali si era appropriata in maniera fraudolenta delle società e poi aveva fatto richiesta di un rimborso fiscale di 230 milioni di dollari. Rimborso approvato in un solo giorno da finanzieri, presumibilmente loro complici. Questo aveva scoperto e denunciato Magnitsky. Dalla sua morte, Browder ha lanciando una campagna implacabile per far conoscere i responsabili della morte di Magnitsky e costringere le autorità russe a portarli a giudizio. Sta facendo campagna a tambur battente negli Stati Uniti e in Europa per far emettere un divieto di viaggiare contro i circa sessanta funzionari di Stato russi accusati dagli amici di Magnitsky di essere responsabili per la sua morte. Se passerà, la sanzione avrebbe serie conseguenze diplomatiche. Browder ha poi messo in piedi un gruppo di avvocati e investigatori privati che stanno scoprendo prove concrete della corruzione di coloro che Magnitsky denunciò. Le scoperte che inchiodano gli accusati sono state svelate in una serie di documentari su YouTube, visti da quasi un milione di persone. Le rivelazioni più recenti girano attorno a Olga Stepanova, ex capo dell’ufficio fiscale di Mosca che approvò il rimborso di 230 milioni di dollari nel 2007. Nei documenti pubblicati su You Tube si dichiara che, poco dopo il rimborso, il marito della Stepanova aprì conti in Svizzera, a cui fecero seguito trasferimenti per quasi 11 milioni di dollari. Secondo gli investigatori di Browder, la coppia negli anni dichiarò un salario complessivo annuale di meno di 40 mila dollari. Ma dopo l’approvazione del rimborso fraudolento dalla Stepanova, la coppia si comprò un terreno fuori Mosca, che si stima valga 12 milioni di dollari, intestato alla suocera di 85 anni della Stepanova. «Si tratterebbe del valore equivalente a 3914 anni della sua pensione ufficiale», dichiara il documentario su YouTube. Gli Stepanov avrebbero poi costruito una casa del valore di 8 milioni di dollari, con tanto di palestra privata e cinema. Secondo documenti in possesso di Browder, dopo il condono fiscale fraudolento la coppia ha pagato diversi anticipi per costruire una proprietà sul mare nel Montenegro ed è volata nove volte a Dubai, dove ha comprato una villa di sette stanze nell’isola turistica di lusso Palm Jumeirah che oggi si valuta intorno ai 3 milioni di dollari. Inoltre ha pagato anticipi per un totale di 2,7 milioni di dollari per comprare due appartamenti sulla stessa isola. «Dopo la truffa - dichiara il documentario - gli Stepanov avevano entrate in nero di 38,9 milioni di dollari, ovvero 1013 anni delle loroentrate dichiarate ufficialmente». «Questa è una banda di poliziotti e funzionari corrotti»,ha comm e n t a t o Browder. «Hanno rubato tre aziende della Hermitage pre-registrandole a loro nome per poi applicare il rimborso fiscale più fraudolento della storia russa. E adesso siamo in grado di dimostrare come persone come la Stepanova sono diventate improvvisamente ricche». «Questi criminali hanno poi arrestato, torturato e ucciso Magnitsky perché li aveva scoperti. Ma ora li abbiamo presi con le mani nel sacco». La squadra di Browder ha rilasciato in precedenza documenti che mostravano come i poliziotti accusati di essere coinvolti nella truffa e nel suo conseguente arresto avessero acquistato automobili di lusso e appartamenti che non avrebbero potuto permettersi con il loro salario ufficiale. La corruzione fa parte della vita in Russia, ma questo tipo di prove concrete è estremamente raro. Ed ora questa aggressiva campagna incomincia ad avere un impatto, o così sembra. La procura Russa sta per bloccare un indagine contro lo stesso Browder, che fu avviata per spaventarlo. La settimana scorsa, poi, il consiglio per i diritti umani del presidente Dmitry Medvedev ha reso noto al Cremlino che Magnitsky è morto quasi senza dubbio in seguito a un pestaggio brutale da parte della polizia in prigione. Il consiglio ha anche accusato un giudice di aver fatto incarcerare l’avvocato senza giusta causa e ha concluso che il caso di frode fiscale contro di lui non stava in piedi. Pochi sarebbero sorpresi se i responsabili per la morte di Magnitsky non fossero mai processati. Ma il suo caso è ben lungi dall’essere chiuso e per la prima volta la pressione sulle autorità da parte dei suoi amici sta mostrando qualche segno di successo. In gioco non c’è solo la giustizia per un uomo morto innocente, ma l’immagine della Russia nel mondo.