CARLO BERTINI, La Stampa 10/7/2011, 10 luglio 2011
Quegli alberi fuorilegge ai bordi delle strade - Ogni anno per incidenti stradali nelle città italiane muoiono circa 3000 persone e 150 mila restano ferite, ma altre centinaia restano coinvolte in incidenti nelle strade extraurbane e una delle concause dei decessi sono proprio gli alberi secolari che costeggiano le strade consolari dove gli automobilisti e i motociclisti vanno a sbattere
Quegli alberi fuorilegge ai bordi delle strade - Ogni anno per incidenti stradali nelle città italiane muoiono circa 3000 persone e 150 mila restano ferite, ma altre centinaia restano coinvolte in incidenti nelle strade extraurbane e una delle concause dei decessi sono proprio gli alberi secolari che costeggiano le strade consolari dove gli automobilisti e i motociclisti vanno a sbattere. Al punto che una sentenza della Cassazione del febbraio scorso mette fuorilegge migliaia di piante lungo tutto lo stivale che dovranno essere tagliate per ridurre i pericoli per i guidatori spericolati. Due senatori ecodem, Della Seta e Ferrante, preoccupati del destino paesaggistico di strade «suggestive e affascinanti» come la Chiantigiana, l’Appia antica o la Bolgherese, la via degli ulivi da Assisi a Spello, hanno chiesto lumi al ministro Matteoli con un’interrogazione sulle azioni avviate per mettere in sicurezza le strade, in particolare quelle alberate, «tutelando un patrimonio che tutto il mondo ci invidia». E con grande sollievo degli ambientalisti, Matteoli ha chiarito che gli alberi secolari non andranno decapitati, ma protetti per garantire una maggior sicurezza a chi percorre quelle strade. Con un paradosso all’italiana: gli alberi piantati prima dell’entrata in vigore del codice della strada del 1993 (che obbligava a piantare i nuovi arbusti a più di sei metri dal ciglio delle strade) non sono fuorilegge, tutti gli altri sì, «perché la norma impedisce di impiantare nuovi alberi, ma non obbliga la rimozione di quelli esistenti». Caraffe a rischio? Ormai sta diventando una moda che sostituisce le bottiglie in pet o in vetro di acqua minerale: le caraffe filtranti che purificano l’acqua del rubinetto hanno invaso le case degli italiani, ma sulla loro utilità e purezza sorgono i primi seri dubbi, al punto che qualcuno sospetta che siano pericolose e la procura di Torino sta facendo una serie di accertamenti. E una deputata del Pd, Luciana Pedoto, chiede al ministro della Salute di fare chiarezza anche per evitare danni o truffe ai consumatori. Si attendono precisazioni.