BILL EMMOTT, La Stampa 10/7/2011, 10 luglio 2011
ITALIA ATTENTA METTI A RISCHIO LA CREDIBILITÀ
Nel corso di questi ultimi due anni in cui ho scritto e parlato dell’Italia, ogni volta che ho detto qualcosa di critico sui punti deboli dell’economia italiana, quasi inevitabilmente, qualcuno tra il pubblico o tra i lettori ha risposto dicendo: «Ma noi non siamo come la Grecia, e abbiamo superato molto bene la crisi». Ho sempre contestato la seconda parte di tale argomento, che non è supportata dai fatti, ma mi sono sempre detto d’accordo sulla prima. Ecco perché è così strano, e potenzialmente tragico, che proprio il governo italiano negli ultimi giorni appaia determinato a rendere l’Italia più simile alla Grecia.
Il panico dei mercati finanziari di venerdì, con la svendita delle azioni italiane e il costo del debito pubblico in ascesa, riflette esattamente questo sentimento.
Proprio come per il Portogallo, la Spagna e la Grecia, la crescita economica in Italia è debole e il Pil e la produzione manifatturiera si riprendono più lentamente dalla crisi globale del 2008-09 rispetto a quanto è avvenuto in Francia, in Germania o nei Paesi Bassi.