VERA SCHIAVAZZI , la Repubblica 11/7/2011, 11 luglio 2011
ANCHE FACEBOOK INVECCHIA COSÌ GLI ADULTI DIGITALI HANNO SUPERATO I TEEN AGER - «AIUTO
mia madre sta usando Facebook sul mio computere non se ne vuole più andare. Potete darmi un consiglio?». I ragazzi non sono più i padroni del network, dunque non stupitevi se, tra poco, appelli come questo viaggeranno sulla Rete. In giugno, gli italiani iscritti a Facebook nella fascia di età tra i 36 e i 45 anni hanno superato i teen ager (0-18 anni), col un bel 18 per cento contro il 17 per cento di bambini e ragazzi. Ciò significa che, in questo momento, oltre tre milioni di adulti, non più ragazzi ma ancora nel pieno della carriera e della vita, stanno usando il social network più amato del mondo per parlare con gli amici, incontrare (o reincontrare) un fidanzato/a, mostrare le proprie foto e paragonarle a quelle altrui. E ancora: caricare filmati, giocare, far sapere a tutti ciò che si sta facendo.
Nel 2009, la fascia tra 0 e 18 anni si collocava al 19 per cento e quella dei trenta-quarantenni era ferma al 16, nel 2010 è arrivato il pareggio (sul 18 per cento), ora siamo al sorpasso. Nessuno (o quasi) è fuggito, ma molti si sono aggiunti, se è vero che in un anno, in Italia, Internet nel suoi insieme ha aumentato i suoi utenti del 12 per cento, modificando così tutte gli indicatori. Che cosa significa lo spostamento dell’età? Tutto, oppure un po’ meno di tutto, qui gli esperti si dividono. Ma, di certo, sullo sfondo si afferma la cyberborghesia, adulti e adulte in cravatta o tailleur che non disdegnano di cliccare "mi piace" sulla foto di un cantante o su uno slogan politico, sull’immagine di una spiaggia o sul titolo di una serie televisiva. «È la grande massa della gente comune, la late majority, che entra nel giardino recintato che sta cambiando le nostre possibilità di comunicare e forse anche i nostri doveri», dice Vincenzo Cosenza, responsabile romano di Digital PR.
Come esperto di pubblicità online, Cosenza colleziona dati e li rilancia su www. vincos. it. E i suoi grafici mostrano il cambiamento: a un estremo la colonnina dei giovanissimi, che resta molto alta ma diminuisce impercettibilmente, a quello opposto il timido istogramma di chi ha più di 56 anni e ciò nonostante decide di cimentarsi con Facebook, come avviene ormai nel6 per cento dei casi (tre anni fa, era meno del 2). È lecito parlare di "usi" diversi del network? Un villaggio, d’accordo, dove però qualcuno gioca e qualcun altro si innamora, qualcuno scambia canzoni e compiti scolastici e qualcun altro conduce potenti azioni di marketing? No, non lo è, dice Giovanna Cosenza, semiologa, docente all’Università di Bologna, che sul suo blog "Disambiguando" registra e analizza le mutazioni di scambi e linguaggi. «Il fatto che si alzi l’età degli utenti di Facebook rispecchia semplicemente la realtà di un paese dovei giovani sono pochi, e sono sempre meno - sostiene la docente - Ce lo dice Audiweb, che ogni mese registra chi ha navigato almeno una volta.
I nativi digitali forse non esistono, Facebook sta dimostrando ancora una volta di essere un grande ambiente generalista, dove tutti possono fare tutto». Su questo aspetto, i due Cosenza (omonimi ma non parenti) sono d’accordo: a far crescere "faccialibro", come lo chiamano i ragazzi italiani, è l’approccio amichevole, la facilità, che, invece, penalizza ancora social network come Twitter, pur in crescita. Ma non Badoo, rete dedicata agli incontri, che in giugno ha toccato sei milioni di utenti. Cifre da far invidia a un partito di maggioranza o a una grande rete televisiva.