ETTORE LIVINI , la Repubblica 10/7/2011, 10 luglio 2011
IN CASSA UN TESORETTO DA 700 MILIONI - MILANO
Non serviranno mutui in banca. Non sarà necessario mettere all´asta Villa Certosa o la residenza di Arcore. Fininvest ha già in cassa i 560 milioni necessari per saldare il conto del Lodo Mondadori. Non solo. Staccato l´assegno alla Cir, le rimarranno ancora un po´ di spiccioli per eventuali spese-extra. E l´esborso straordinario non intaccherà se non in minima parte il patrimonio miliardario messo insieme in tanti anni di carriera (e soprattutto in 17 di politica) da Silvio Berlusconi.
La soluzione ai problemi del Biscione sta in contanti nel salvadanaio di casa, grazie al tesoretto da 2 miliardi messo da parte nel 2005 con la vendita a Piazza Affari del 16,6% di Mediaset. Parte di questa fortuna è stata spesa per nuovi investimenti. Ma nel portafoglio della holding a fine 2009 (il dato 2010 non è stato comunicato) c´erano ancora 701 milioni di liquidità. Quanto basta per onorare la sentenza senza troppi patemi, malgrado Fininvest non abbia accantonato un centesimo a fronte della possibile sconfitta giudiziaria.
Berlusconi, in linea teorica, potrebbe valutare la fattibilità di un "piano B" meno oneroso per il patrimonio di famiglia: la ricerca di un accordo transattivo con la Cir prima della sentenza di Cassazione. Il Biscione, dicono alcune indiscrezioni vicine a via Paleocapa, avrebbe esaminato la possibilità di mettere sul piatto al posto dell´assegno da 560 milioni la sua quota del 50% in Mondadori. Un pacchetto azionario che vale oggi circa 310 milioni. Ma, almeno per il momento, siamo nel campo della fantafinanza.
La tegola di Segrate è l´ennesimo colpo basso in un 2011 difficilissimo per il Cavaliere. Non solo sul fronte politico: il titolo Mediaset ha perso da gennaio il 30%. E la quota del 38% in portafoglio a Fininvest ha bruciato in pochi mesi oltre 700 milioni di valore. Nei guai è anche Endemol: Cologno Monzese è stata già costretta a ridurre a zero il valore del suo investimento (456 milioni) nel produttore de "Il Grande Fratello", messo in ginocchio da 2 miliardi di debiti. E per ironia della sorte, l´unica soddisfazione di questo anno nero è arrivata dal Milan che dopo aver divorato oltre 500 milioni dei risparmi di famiglia - provocando qualche mal di pancia a Marina e Piersilvio - è riuscito a portare a casa lo scudetto, interrompendo il filotto dei cugini nerazzurri.
Piove sul bagnato, insomma. Ma la verità è che i guai del Biscione e il caso Segrate hanno lasciato intatte le fortune del Cavaliere, che per Forbes rimane il 118esimo uomo più ricco del mondo con 5 miliardi di patrimonio. Il salasso del lodo, come ovvio, taglierà un po´ le gambe a Fininvest, riducendo i suoi margini di manovra. Ma l´attività delle controllate (oltre a Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Medusa e altri business minori) non dovrebbe venir in alcun modo penalizzata. Anche perché tutte hanno ampia capienza finanziaria per muoversi in proprio senza batter cassa in via Paleocapa. Malgrado i guai degli ultimi tempi, oltretutto, il Biscione è riuscito a chiudere il 2010 con 160 milioni di utili, con i soci (il premier più i cinque figli) che hanno rinunciato al dividendo in vista della possibile sconfitta giudiziaria..
Non si tratta a ben vedere di un grande sacrificio. Il portafoglio personale della Dinasty brianzola - curato da quel ragionier Giuseppe Spinelli balzato all´onore delle cronache come contabile del Bunga-Bunga - scoppia di salute, grazie alla Cuccagna iniziata in coincidenza con l´ingresso in politica di Silvio Berlusconi. Nel ´94 le società di famiglia avevano in cassa 132 milioni. Oggi, grazie alle capacità manageriali del gruppo ma anche a un sostanziale monopolio dell´etere e a un bel pacchetto di norme ad aziendam, la situazione è decisamente migliorata. Negli ultimi 17 anni il premier e i figli hanno incassato in media 8 milioni al mese di cedole dalle provincie del loro impero. Soldi che hanno fatto girare comprando ville a Portofino, mini-reggie in Sardegna con vulcano incluso, yacht e dimore da sogno ad Antigua. Eppure - malgrado lo shopping - i 132 milioni in portafoglio nel ´94 alle otto holding che controllano Fininvest sono diventati adesso 1,2 miliardi. Un tesoro che non verrà nemmeno sfiorato dalla bufera di Segrate.
Il premier, malgrado i costi di una vita pirotecnica, ha messo da parte risparmi per 544 milioni, Pier Silvio, più oculato, è arrivato a 214, Marina a 98 mentre Barbara, Eleonora e Luigi, i tre figli di Veronica Lario hanno già messo assieme nella loro pur breve carriera di ereditieri la bellezza di 339 milioni. Quanto basta per mandar giù senza troppi traumi persino uno schiaffo pesante come quello arrivato da Segrate.