ANTONIO CIANCIULLO , la Repubblica 9/7/2011, 9 luglio 2011
A CATANIA IL COLOSSO DEI PANNELLI SOLARI - CATANIA - E´
un viaggio lungo 300 metri. La lastra di vetro scuro e sottile, simile alla pelle di un grattacielo, viene sollevata con delicatezza da un robot e adagiata su un nastro che la porta fino al laser dove si disegnano le celle. Ancora qualche decina di metri e arriva al punto in cui il miracolo si compie: la materia si anima e diventa capace di catturare energia. Immobile per 4 ore, lasciata sotto vuoto a una temperatura di oltre 200 gradi, la lastra riceve l´idruro di silicio, la base che, opportunamente stimolata, crea la polarità elettrica. A questo punto il vetro è diventato uno strumento fotovoltaico capace di trasformare il sole in una forza docile che muove gli elettrodomestici e accende le lampadine. Comincia così, per altri 150 metri, il percorso di ritorno: arricchito d´argento per aumentare la capacità di conduzione, il pannello viene cablato e imballato, pronto per essere spedito su un tetto e regalare energia a chi abita la casa.
Di questi pannelli a film sottile dallo stabilimento di Catania, la più grande fabbrica fotovoltaica d´Italia e una delle maggiori d´Europa, ne escono 4.200 al giorno. Enel Green Power, STMicroelectronics e Sharp - i tre soci della società che ha debuttato ieri, la 3Sun - hanno condiviso un investimento nell´Etna Valley che vale 400 milioni di euro, dà lavoro a 280 persone, produce 160 megawatt l´anno (con la possibilità di triplicarli). E, soprattutto, apre una finestra strategica sul Mediterraneo, che è contemporaneamente una miniera di sole e un mercato in crescita.
«La produzione della fabbrica è destinata a dare una risposta alla domanda di energia che proviene dall´Europa, dal Medio Oriente e dall´Africa. Il fotovoltaico è una fonte che diventerà sempre più interessante: dal punto di vista del prezzo la grid parity, cioè la convenienza economica, per il consumatore arriverà entro 5 anni, anche prima se ci saranno salti tecnologici», spiega Francesco Starace, amministratore delegato di Enel Green Power: le sue stime del settore prevedono una crescita del mercato di 3-5 volte al 2015.
Su Catania punta molto anche la Sharp, gelosa del nuovo stabilimento al punto da tenere le telecamere dei giornalisti lontane dall´area del ciclo produttivo in cui avviene la deposizione dell´idruro di silicio, il brevetto che intende proteggere dall´occhio curioso della concorrenza. «L´Italia è il fulcro della strategia di espansione di Sharp nell´area euromediterranea per quanto riguarda il fotovoltaico», ha dichiarato il vicepresidente della compagnia nipponica, Toshishige Hamano, aggiungendo che «l´incidente di Fukushima ha dimostrato l´importanza delle energie rinnovabili in quanto ha portato la Germania, la Svizzera e l´Italia, tramite il referendum, ad abbandonare il nucleare».
Con il battesimo della fabbrica disegnata dall´architetto Alfonso Mercurio - due ali produttive e gli uffici a semicerchio, come un teatro greco rivolto verso l´Etna - la Sicilia, che già ospita la centrale pilota del solare termodinamico, si candida così a diventare un ponte energetico sul Mediterraneo. Il progetto è sostenuto dalla STMicroelectronics, il colosso della microelettronica che ha uno stabilimento a Catania, aperto nel 1961, in cui oggi lavorano 4 mila persone.
«Abbiamo cominciato a occuparci di questi temi quando non erano di moda. Abbiamo coniugato fonti rinnovabili e aumenti di efficienza aumentando i profitti mentre l´impatto ambientale scendeva», ricorda Carlo Bozotti, presidente di STMicroelectronics. «Dal 1995 ogni anno riduciamo del 5 per cento le emissioni di CO2 per unità prodotta. E con le nostre innovazioni contribuiamo a migliorare le smart grid, l´internet dell´energia, un sogno ormai a portata di mano».