Egidio Bandini, Libero 10/7/2011, 10 luglio 2011
IL TRUCCO DEL RETTORE PER SALVARE IL CRISTO
Il Mondo piccolo non solo esiste ancora, ma è sempre esistito e certe vicende, come quella di don Camillo che salvò il “suo” Crocifisso dalla curia, appartengono alla storia: nel 1513 Leone X impose ai sacerdoti della Pieve di S. Martino in Olza di trasferirsi nella Collegiata di Cortemaggiore; e uno dei tesori della Pieve, un Crocifisso del ’300, avrebbe dovuto essere spostato. Ora, se don Camillo con l’aiuto di Peppone e dei fedeli si oppose al trasferimento del Cristo, opporsi a una bolla papale era ben diverso. Così il rettore della Pieve ebbe l’idea di trasformare il Crocifisso in un Cristo deposto. Fece staccare le braccia e le mise lungo i fianchi: il Cristo, non più Crocifisso, rimase a San Martino dov’è ancora oggi. Una rivincita da poco? No, perché i sacerdoti si misero in testa, come don Camillo, di restare accanto al “loro” Gesù. E ci volle un’altra bolla papale, 54 anni dopo, per farli spostare.
Egidio Bandini