Francesco Piccolo, l’Unità 11/7/2011, 11 luglio 2011
CORSIVI
Negli ultimi giorni, il Pd ha inanellato una serie – purtroppo per nulla inconsueta – di errori e confusioni: non ha dato il suo appoggio all’abolizione delle Province, fatto gravissimo per un partito che dovrebbe guidare un rinnovamento e uno svecchiamento degli istituti; sta facendo un bel casino (unica definizione possibile) con le leggi elettorali, le varie proposte di referendum e le conseguenti divisioni – fatto altrettanto grave dal punto di vista politico, e questo sia detto già prima di entrare nel merito delle ragioni e dei torti delle varie posizioni. In un paese normale, questi passi falsi sarebbero molto più visibili e sottolineati, e avrebbero conseguenze più traumatiche per la vita del partito.
Ma per fortuna c’è Berlusconi. Che negli stessi giorni tenta l’atto forse più grave (c’è una vasta gamma di scelte concorrenziali) del suo quasi ventennio, quando prova a inserire all’ultimo momento una nota che neutralizzi il pagamento del Lodo Mondadori. C’è lo show sprezzante di Tremonti contro un suo collega. C’è la finanziaria e i suoi problemi. C’è l’elezione di un segretario per acclamazione. Ci sono le minacce della Lega.
Con un governo così, che con la sua ombra gigantesca copre gli errori continui dell’opposizione, il maggiore partito della sinistra può continuare a sbagliare e a litigare senza problemi, perché c’è sempre di peggio. E quindi, un cittadino che si chiedesse chi scegliere tra le due parti, riterrebbe che gli errori del centrosinistra sono comunque meno gravi degli errori del centrodestra, e quindi voterebbe a favore del male minore. Non scegliendo una virtù politica, ma avendo l’impressione di un vizio politico meno grave.
Per questo motivo il Pd, invece di combattere contro Berlusconi e il suo governo, dovrebbe adottare una strategia per tenerlo in vita il più a lungo possibile. Fino a quando ci sarà lui, il Pd sembrerà un partito migliore di quello che è.