Giovanna Gabrielli, Il Fatto Quotidiano 9/7/2011, 9 luglio 2011
IL FATTO DI IERI - 9 LUGLIO 1924
Il quotidiano La Stampa titolava, “La soppressione della libertà di stampa. Il decreto tenuto in sospeso per un anno entra in vigore oggi”. Così, l’editto sulla stampa del ’23, tenuto in stand-by da Mussolini, timoroso di impaurire le forze politiche di coalizione, diventava legge. Un vero golpe che cancellava la libertà di stampa dello Statuto Albertino e che, dopo gli attacchi dei media sul delitto Matteotti, dava il via libera ai prefetti, autorizzati alla chiusura dei giornali d’opposizione su insindacabile giudizio del regime. E, mentre l’Unità subirà 23 sequestri e l’Avanti ben 62, il Popolo d’Italia tuonerà “…un governo che non domini la stampa, vuoi con la corruzione, vuoi con i ricatti, non può resistere”. Di nuovo c’era poi la nomina diretta da parte del Duce dei direttori responsabili e l’epurazione di redattori sgraditi anche solo ai vari ras locali. Nell’abulia dell’opinione pubblica, Il Corriere, La Stampa e il Mattino provarono a mobilitarsi, senza risultati. E Amendola, in un corsivo sul Mondo scriverà: “ Signori del governo, il bavaglio alla stampa è la dimostrazione del vostro terrore di fronte alla discussione, il conato estremo di un organismo decomposto”.