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 2011  luglio 09 Sabato calendario

“OPEN SESSION”, L’X FACTOR DELLA MUSICA CLASSICA

Dimenticate subito Tamarreide, ma anche gli altri talent show televisivi dove il sogno comune è diventare una pop-star. Questo è un “X Factor” sui generis, c’è un palco in mezzo a un prato ma niente telecamere, in una dimensione dove tante persone, tra cui non pochi giovani, coltivano il piacere di condividere lo stesso amore per la musica, spendendo una parte non indifferente della loro esistenza per coltivare questa loro passione. Hanno sogni per il futuro, ambizioni e speranze, e in ogni caso già assaporano delle soddisfazioni per quello che fanno.
QUANDO CI si accosta alla musica classica – definizione che andrebbe presa con le dovute cautele, essendo talmente diversificati i contenuti – viene da pensare a una disciplina che interessa una ristretta fascia della popolazione, e magari che si tratti di individui appartenenti o alla terza età o prossimi a esserlo. Di solito si parla di cultura in riferimento alle arti figurative e alla letteratura, una mostra, un libro o una rassegna cinematografica fanno più notizia, quanto alla musica si pensa che solo le grandi star del pop e rock siano in grado di richiamare il pubblico.
Invece, sorpresa. Manifestazioni come ”Open Session” organizzata dall’Accademia Filarmonica Romana per il secondo anno e che si è pro-tratta per tutta la settimana in corso, puntano a evidenziare non tanto quanto sia ampio il pubblico della musica classica, ma piuttosto come vi sia un’inaspettata schiera di artisti pronti a portare sul palcoscenico i risultati di uno studio condotto quotidianamente.
“OPEN Session Filarmonica” è uno spazio libero che viene offerto a dilettanti, amatori, a chiunque sogna di esprimersi attraverso la musica, uno spazio che si inserisce nella stagione estiva di questa storica associazione – una delle più antiche del nostro paese, fondata nel 1821 per permettere l’esecuzione non solo di musica strumentale, ma anche di opere liriche vietate dalla censura – e che si svolge nella suggestiva cornice dei giardini della Filarmonica, a due passi da piazza del Popolo, immersi in una quiete che già allontana dal frenetico ritmo di vita della Capitale.
Iniziata mercoledì scorso, per protrarsi fino a domenica 10 luglio, l’iniziativa vuole replicare la fortunata edizione 2010, che ha visto circa duecento musicisti “autoconvocati” in cinque giorni: una telefonata di prenotazione nei giorni precedenti, un programma spedito via mail, e subito si viene inseriti nel calendario delle esibizioni, un calendario che alla fine risulta davvero affollato da pianisti, cantanti, strumentisti vari, ciascuno con la propria storia, oltre che con i brani scelti per l’esecuzione. Un giovane pianista romano diciassettenne racconta la sua passione: “Mi sono avvicinato alla musica grazie ai miei genitori, musicisti pure loro, ora studio in Conservatorio e frequento il Liceo scientifico, questo alla mia età comporta un bel sacrificio e certo non è semplice far capire a chi sta all’esterno quanto la bellezza di questa musica ripaghi gli sforzi”. In realtà il ragazzo sembra soddisfatto, malgrado il minor tempo da dedicare alle amicizie: “Il distacco iniziale da parte di alcuni compagni di scuola c’è, ma poi molti si rendono conto del sacrificio e dell’importanza di quello che faccio; la musica stessa mi offre poi la possibilità di girare, incontrare altri studenti e magari stringere nuove amicizie”. Garantisce che nel suo iPod non si trova solo musica classica, ma anche jazz, Battiato, Enya e i Queen, e ammette che il suo sogno è quello di intraprendere la carriera di concertista e girare il mondo.
In prospettiva sembra una vita avventurosa, e probabilmente lo sarà, anche se purtroppo non nel senso sperato, vista le difficoltà create dalla progressiva riduzione di fondi per la musica e la cultura in generale, in atto nel nostro paese, ma non solo. Tanti volti alla Filarmonica, tante e diverse esperienze personali: una giovane pianista della provincia di Roma propone il suo sognante “Clair de lune” di Debussy, ma poi confida la sua passione per la cantautrice Joni Mitchell, come dire che – per chi sa suonare uno strumento – la classica può ben andare a braccetto con altri generi di musica, gli steccati esistono solo per i critici; risiede in Italia da un quarto di secolo un’elegante signora che racconta di essere scappata dalla Romania di Ceausescu a soli 21 anni, portando con sé il diploma in pianoforte.
“ARRIVATA in Italia, ho dovuto iniziare a lavorare per mantenermi e contemporaneamente continuare a studiare, nella musica non si finisce mai di imparare, ma l’amore per la mia professione mi ha davvero spinto a superare sempre tutte le difficoltà con coraggio”, ricorda come fosse ieri, lamentando anche lei come quest’arte in Italia (“la considero come casa mia”) sia sempre più penalizzata, togliendo speranze alle future generazioni di musicisti. A colpire per passione sono anche i cori (tra cui quelli che si esibiranno proprio domenica), magari qui l’età media non è così bassa come per altri settori, ma ancor più queste persone comunicano il piacere di fare musica assieme, in fondo si tratta di un linguaggio universale che tutti, davvero tutti, potrebbero apprendere, l’intera società non avrebbe che da guadagnarne.