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 2011  luglio 09 Sabato calendario

LA VETTURA DEGLI AMERICANI? LA SCEGLIE IL PESO

Gli americani comprano più Suv degli europei anche perché sono più grassi. La scoperta semiseria arriva da un studio sul settore auto Usa della società di consulenza americana A.T.Kearney – studio che esamina lo stato del mercato americano a due anni dalla grande crisi che ha visto General Motors e Chrysler portare i libri in tribunale.
Per quanto riguarda la maggiore propensione all’acquisto di light truck (che oltre i Suv comprendono anche i minivan e i pick up, furgoni scoperti), lo studio individua un correlazione molto stretta fra l’aumento nel tempo della percentuale di adulti americani obesi (in base al body mass index, ovvero l’indice di massa corporea) e l’incremento della quota di truck sul parco circolante. Grazie anche ad altri fattori, come le norme meno stringenti per i consumi e le strategie di marketing dei costruttori nazionali, il peso di Suv e crossover sul mercato è salito di oltre 10 punti in dieci anni, dal 20 al 31 per cento. Le big di Detroit dovrebbero augurarsi che gli americani diventino sempre più pesanti, visto che sono proprio Suv e pickup ad assicurare loro il grosso dei profitti...
Viceversa, secondo A.T.Kearney la domanda di vetture piccole ha una correlazione positiva del 72% con il prezzo della benzina: il caro benzina, cioè, fa digerire agli americani le piccole cui non sono "costituzionalmente" avvezzi. È avvenuto per esempio nel 2008 e 2009, mentre il 2010 e i primi mesi del 2011 hanno visto una netta ripresa della quota di mercato dei truck, per il ribasso dei carburanti. Secondo A.T.Kearney i costruttori devono avere una gamma completa e la flessibilità produttiva necessaria a reagire in tempi brevi al mutare della domanda.
Dal punto di vista congiunturale, gli analisti della società sono ottimisti e stimano una ripresa delle vendite di autoveicoli (auto e light truck) a 16 milioni di unità nel 2013 contro gli 11,6 dell’anno scorso e i 13,2 previsti per il 2011. A spingere le vendite dovrebbe essere, oltre al ritorno dei finanziamenti a condizioni più normali, soprattutto il volume elevato di domanda accumulata durante la crisi finanziaria e la recessione: sia il 2009 che il 2010 hanno visto volumi di vendite di auto (nuove più usate) inferiori di oltre 10 milioni ai livelli di lungo periodo.
Il finanziamento degli acquisti resta un’incognita, visto che – spiegano gli analisti di ATK – la recessione ha creato 15 milioni di consumatori subprime: lo studio stima che, con gli attuali tassi di approvazione dei prestiti, circa 530mila potenziali acquirenti di questo tipo rimarrebbero tagliati fuori dal mercato delle auto nuove. «Per questo – dice Marco Santino, partner di A.T.Kearney – il finanziamento delle vendite sarà un’arma competitiva importante per la conquista di quote di mercato». A questo proposito il 2011, con i costruttori giapponesi messi in difficoltà dalle conseguenze di terremoto e tsunami, vedrà un rimescolamento delle carte; secondo lo studio sono circa 200mila vendite potenziali (poco più dell’1% del mercato) a disposizione dei concorrenti.