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 2011  luglio 09 Sabato calendario

Bertone e la “cassaforte” della Cattolica - Il nuovo arcivescovo di Milano Angelo Scola arriverà a fine settembre

Bertone e la “cassaforte” della Cattolica - Il nuovo arcivescovo di Milano Angelo Scola arriverà a fine settembre. Ma in questi giorni, ad essere iperattivo in terra ambrosiana è un altro cardinale, il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Che con un’iniziativa senza precedenti ha deciso di investire sul San Raffaele, facendo scendere in campo i suoi uomini più fidati – come Giuseppe Profiti e il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi – per salvare l’ospedale di don Verzè, gravato da quasi un miliardo di debiti. Contemporaneamente, Bertone sta anche lottando contro il tempo per arrivare a controllare l’Istituto Giuseppe Toniolo, la «cassaforte» dell’Università Cattolica: in nome del «rinnovamento», ma prima che Scola approdi sotto la Madonnina. L’operazione, che si è avvalsa di autorevoli sponde mediatiche, ha finito per presentare l’Istituto, «ente fondatore e garante» della Cattolica, come un luogo misterioso di traffici e lotte di potere. Lo scorso maggio era stata La Stampa a rivelare l’esistenza di un braccio di ferro tra il Segretario di Stato e l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi. Il primo, con l’assenso del Papa, aveva chiesto che Tettamanzi lasciasse il Toniolo, che gestisce cinque atenei, 14 facoltà, 1400 docenti, seimila dipendenti e il Policlinico Gemelli. E aveva chiesto che al suo posto venisse cooptato l’ex ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, ora nominato anche nel Cda del San Raffaele. Bertone, che ha agito di concerto con altri due cardinali curiali, Attilio Nicora e Paolo Sardi, chiedeva pure che non venissero riconfermati altri tre componenti dello stesso comitato del Toniolo, che voleva sostituire con persone di sua fiducia, così da garantire a Flick il controllo dell’Istituto. L’ex ministro prodiano, secondo quanto riferiscono fonti vaticane, sarebbe in possesso di un impegno scritto di Bertone che lo designa quale nuovo presidente del Toniolo. A Tettamanzi è stato chiesto di farsi subito da parte perché sotto la sua presidenza l’ente sarebbe stato «mal gestito» dal punto di vista economico. L’arcivescovo uscente di Milano, che insieme al nuovo direttore amministrativo Enrico Fusi dal 2008 ha rinnovato l’Istituto, sottraendolo al controllo della cordata che faceva capo all’ex ministro Emilio Colombo e al vecchio direttore amministrativo Carlo Balestrero, si è difeso. Ha presentato una memoria scritta, ribadendo punto per punto alle accuse. Sotto la gestione Tettamanzi, infatti, si è realizzata trasparenza nei conti, si sono finalmente usati i soldi a bilancio in favore degli studenti, per iniziative educative, come non era stato fatto in precedenza. E soprattutto si sono definite, con un apposito documento, le finalità del Toniolo, che deve promuovere l’università voluta e sostenuta dai cattolici italiani. Tettamanzi aveva incontrato Benedetto XVI sabato 30 aprile. Il Papa, che aveva autorizzato la mossa del suo Segretario di Stato, avuto un quadro più completo della situazione, ha deciso di congelare tutto fino all’arrivo del nuovo arcivescovo. Ma la settimana scorsa Bertone è tornato alla carica, chiedendo nuovamente a Tettamanzi di farsi da parte prima dell’arrivo di Scola, sempre in nome del «rinnovamento». Quali sono le inefficienze amministrative attribuite a Tettamanzi? L’accusa di «mala gestione», portata avanti dall’ex direttore Balestrero, riguarda la perdita un finanziamento pubblico di otto milioni di euro per l’ampiamento di un collegio a Roma. Il cardinale ha però dimostrato come quel finanziamento, che ammontava in realtà a due milioni, era già stato negato una volta all’Istituto dal Ministero dell’università. E ha potuto presentare, invece, un bilancio positivo della sua presidenza, che non si è limitata a gestire l’esistente e ha posto fine a sprechi e privilegi preesistenti: un milione e mezzo di euro spesi nell’ultimo anno per sostenere la formazione, con corsi di alto livello nei collegi della Cattolica e borse di studio per gli studenti; promozione di progetti educativi; amministrazione finalmente trasparente del patrimonio immobiliare; collaborazione costante con le diocesi italiane e promozione sul territorio di incontri sull’enciclica Caritas in veritate e la crisi economica. Tettamanzi è preoccupato che il rinnovamento da lui portato avanti, e dimostrato dai bilanci, venga presentato sotto una cattiva luce, ma ha detto al Papa di essere pronto a ritirarsi prima della scadenza naturale dal Toniolo, prevista a fine 2012, per favorire l’ingresso di Scola: è naturale infatti che l’arcivescovo sieda nel Cda dell’Istituto, come avviene dai tempi di Montini. Bertone, che ha subìto la nomina di Scola a Milano, appare comunque intenzionato a procedere con lo «sbarco» in terra ambrosiana: in Vaticano si sta studiando di costituire una commissione per riformare gli statuti del Toniolo, che è una fondazione di diritto privato regolata dalle leggi italiane; e della stessa Cattolica, che è l’ateneo dei cattolici italiani. Ma gli esiti della partita sono ancora incerti.