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 2011  luglio 09 Sabato calendario

L’ITALIA DELLE FORTUNE DIMENTICATE NEL COMO’

Ci è passata sopra un po’ della nostra vita. Ma l’altro giorno il maresciallo dei carabinieri in pensione Virginio Oro, 80 anni portati abbastanza bene, rovistando nei cassetti della casa di suo papà a Castagnole di Paese, Treviso, ha ritrovato una vecchia carta ingiallita che neanche si ricordava più, un libretto di risparmio postale che suo padre aveva aperto nel 1943 e che tutti insieme avevano perso e dimenticato nel 1957, quando Humphrey Bogart era morto da dieci giorni e Arturo Toscanini da appena una settimana, mentre nasceva la 500, la macchina per tutti, velocità massima 85 chilometri all’ora.
In quell’Italia così rurale e così lontana, con gli schermi quasi bombati dei televisori, con tutte quelle strade vuote e le luci spente delle notti, il giovane carabiniere Virginio Oro aveva smarrito un libretto che aveva ancora 49.182 lire. Ha pensato di andare a chiedere gli interessi. E il suo avvocato, Lorenzo Amore, di Trento, gli ha fatto i calcoli: 8 milioni di euro. Sedici miliardi delle vecchie lire. Tutta la vita che è passata, tutta l’inflazione, tutte le crisi, tutta la prima e la seconda Repubblica, la nostra lenta e inesorabile esistenza nascosta dietro al tempo che scorreva con quel libretto di risparmi, vale alla fine questa cifra quasi assurda nella sua grandezza.
Bisognerà vedere adesso quanto certificherà il Tribunale di Trento. Ma nei meandri inspiegabili dei corsi monetari dovrebbe restare comunque una cifra importante, perché a dispetto di quelli che hanno consumato i loro averi restando a mani vuote, la ricchezza di quei conti sta proprio nel loro smarrimento, come le sorprese che capitano quando non ci pensi più. Così, è appena successo che un signore di Agrigento avesse ritrovato dopo 64 anni un libretto in cui aveva depositato 7000 lire nel 1947, quando il Grande Torino vinceva il suo terzo scudetto di fila e il segretario di Stato americano George Marshall annunciava un piano per la ricostruzione dell’Europa, e che oggi avessero quantificato quella cifra in un milione e 600 mila euro. Certo, 7000 lire allora non erano poche, ma riesce difficile credere che fossero così tante: la loro crescita è dovuta agli interessi accumulati, agli anni passati, come se fosse il tempo a valere più del danaro. Sta di fatto che queste storie hanno già innescato effetti a catena. Angelo Peritore, 56 anni, originario di Licata, emigrato in Germania nel 1990, una vita da autista di autobus prima di ammalarsi e tornare a casa senza lavoro, è andato a portare il suo libretto di 4388 lire aperto presso la Cassa Centrale Vittorio Emanuele nel 1965, quando i Beatles facevano il loro primo concerto italiano al Vigorelli di Milano, mentre moriva Winston Churchill e Malcolm X veniva assassinato. Ha detto il signor Peritore che vuole anche lui rivolgersi a un legale per riavere il denaro che gli spetta. Ha detto così. «Non so a quanto ammontino ora i miei risparmi, ma ne ho bisogno e non ci rinuncerò». È il tempo che conta, è quello l’oro. Nel tempo che è passato, è scomparsa pure la sua vecchia banca dove aveva aperto il libretto di risparmi, assorbita negli anni dall’Unicredit. Ma nemmeno questo importa.
Anche una signora di Alessandria ha ritrovato i suoi vecchi risparmi e adesso vuole riavere indietro quel piccolo tesoro cresciuto nel tempo. Si chiama Flora Castellari, 50 anni, imprenditrice. Pure lei si è rivolta a uno studio legale. Aveva smarrito un deposito di 1500 lire che le avevano aperto quand’era nata. Dice che ne ha fatto stimare il valore e oggi chiede 400 mila euro, tramite una class action. Il suo avvocato, Marco Angelozzi, spiega che il calcolo del valore attuale «è stato fatto sommando i coefficienti di rivalutazione degli Anni Sessanta a oggi, gli interessi, e la capitalizzazione per 51 anni di giacenza in banca. L’abbiamo stimato per difetto in circa 400 mila euro. Il fatto è che per ora in Italia non esiste nessuna sentenza relativa a casi simili». E se la prima sentenza dovesse riguardare il maresciallo in pensione Virginio Oro sarebbero legnate terribili per tutti quelli che devono versare questi soldi. Il signor Virginio era un ragazzino quando suo padre aveva deciso di depositare tutti i suoi risparmi su un libretto postale. Erano 150 mila lire dell’epoca, una bella somma. Erano diventati 49.182 il 24 gennaio del 1957, perché è quella la data in cui viene smarrito il libretto. In un Paese di risparmiatori come il nostro queste sono favole. Il 21 gennaio cominciava a Venezia il processo Montesi. Pochi giorni dopo la campionessa mondiale di ballo Anna Mariani veniva investita da un treno e perdeva tutt’e due le gambe. Federico Fellini vinceva l’Oscar con il film «La strada» e Umberto Agnelli comprava Omar Sivori dal River Plate, cambiando la storia della Juve e anche un po’ dell’Italia.
Perché è tutto quello che è avvenuto dopo che vale un tesoro.