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 2011  luglio 08 Venerdì calendario

SCILIPOTI SHOW CON L´AMICO SILVIO "UN EROE DIFFAMATO DALLA SINISTRA" - ROMA

«Mimmo è un eroe». «L´ho incontrato e abbiamo parlato di tutto, dall´anatocismo bancario alle cure omeopatiche». «Lui è stato aggredito e io so cosa significa». «Il colloquio col presidente è durato anche più di dieci minuti», «Fino all´anno scorso non lo conoscevo». «E mi ha conquistato con due semplici parole: fai il bene dell´Italia».
Teneramente Silvio Berlusconi si scilipotizza. Si concede a Domenico Scilipoti in una mattina bollente e già così amara per il governo. Segna la retrocessione volontaria, almeno per un giorno, del premier a peone. Berlusconi si degrada, e non si comprende se lo faccia per lusso o per necessità.
Il primo della classe si unisce al re degli ultimi. Al più pirotecnico, fantasioso, imbattibile e confuso deputato della Repubblica, che nel simbolo della piroetta ha capovolto registro politico: prima con Di Pietro, in odio a Berlusconi, poi fervente, parossistico team manager della squadra dei "disponibili", il gruppone che ha tolto la corda al collo del governo e reso Silvio salvo e ancora santo.
Sarà magia o effetto ottico ma i due danno l´impressione di stare bene insieme. Di capirsi e coccolarsi. Berlusconi è riconoscente con chi gli ha salvato la vita e Scilipoti evapora al solo pensiero che oggi tutta questa gente confluita nella sala del Mappamondo di Montecitorio sia per lui, grazie all´intercessione di san Silvio. «Sono al servizio del Paese», dice. Crede fieramente alla missione, pensa che il destino gli abbia assegnato qualcosa di importante e imperdibile. Scilipoti crede alla resurrezione. E´ sempre stato un perdente: «Per quattro volte mi sono candidato e non sono stato eletto. Ho pagato di tasca mia, e alla quinta ce l´ho fatta». Ora invece è un vincente: «Chi me lo doveva dire che Berlusconi, scusi presidente se la chiamo così».
Il presidente lo scusa, capisce che è amore puro. Sorride e comprende il medico di Terme Vigilatore, provincia di Messina, specializzato in ginecologia, re degli agopunturisti, ultras dell´omeopatia, cultore della ricetta olistica. Un mondo di cose, l´una sopra l´altra, l´una diversa dall´altra: «Ricordiamo l´anatocismo, i ventidue forum con i consumatori, le centinaia di conferenze».
Scilipoti è il re dei peones, così il giusto titolo del libro che lo celebra. E´ vero: «Oramai sono un brand di successo». O anche il re degli urlatori con una inconsapevole ma esplosiva vis comica che la televisione valorizza appieno. E´ anche, naturalmente, il re dei traditori. Certo che Maroni gli ha assegnato la scorta per difenderlo dagli insulti, per lo più telefonici («Alle quattro del mattino, capisce!»).
Scilipoti è timido e si commuove. «Ho appena scritto l´inno del mio movimento: pensiero fisso al crocifisso». È anche il deputato che più volte è collassato in aula, esprimendo così il senso di una passione almeno viva. «Mimmo è un cane che ti azzanna e non ti lascia i polpacci. Chiama chiama e chiama», gli ha detto Berlusconi. Uguali di statura, tutti e due vestiti di scuro. Sodali, sereni, disponibili a ogni domanda: «Presidente, allora si può davvero dire che questo è un governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti?». «Non rispondo alla sua domanda».
Scilipoti in effetti è un caso a parte, un evento raro nella antropologia politica italiana. «Ho fatto 140 interrogazioni parlamentari, 30 proposte di legge, 150 interventi, 18 gruppi di lavoro. Chi se ne è accorto?». Ancora troppo pochi lo sanno, se anche a sera, durante la festa di presentazione del libro alla Versiliana, fischi sono piovuti e parolacce e accuse. E lui, come al solito, si è domandato perchè.