Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 08 Venerdì calendario

SCARPA E LE CARAMELLE DELLA POETESSA ALBANESE

A proposito di Strega, non c’è pace per Tiziano Scarpa. Il prossino 13 luglio si apre al tribunale di Venezia un processo per plagio anzi per «elaborazione creativa non consentita» intentato da una poetessa albanese residente in Italia, Anila Hanxari, già pubblicata in importanti antologie. La scrittrice sostiene di aver mandato all’Einaudi nel 2008 un suo romanzo tutt’ora inedito, Maria delle caramelle : alla casa editrice cioè per la quale uscì poi Stabat Mater di Tiziano Scarpa, vincitore a sorpresa e non senza polemiche dello Strega 2009, fra l’altro accusato quasi subito di essersi troppo ispirato a una novella dimenticata di Anna Banti. In questo caso nell’atto di citazione si fa riferimento a una serie di somiglianze sospette. Dal punto di vista legale la faccenda è spinosa. Da quello cronologico i tempi sono un po’ stretti. La poetessa spiega infatti di aver cominciato a far circolare il romanzo nel 2006, per sottoporlo infine all’Einaudi (e anche alla Mondadori) due anni dopo, nel settembre 2008. Sostiene inoltre che anche in opere successive ci sono somiglianze, come se Scarpa avesse continuato ad attingere al suo manoscritto. Inquietante. Resta il fatto però che fra l’uscita in libreria di Stabat Mater alla fine del 2008 e la consegna del manoscritto all’Einaudi - settembre dello stesso anno - c’è davvero pochissimo tempo per copiare. Scarpa da corsa?

Indignados
Sul Foglio Guido Vitiello offre un sulfureo ritratto di certa intellettualità romana, i «vecchi cari bobos» (copyright Sergio Staino), che un tempo erano libertari e ora sono diventati qualcos’altro, un «esercito di indignati permanenti». Cita anche il vecchio caro McLuhan che definiva l’indignazione una «strategia ideale per rivestire di dignità un imbecille».

Potiomkin
Su Sette , invece, Antonio D’Orrico recensisce La casa degli amori impossibili di Cristina Lopez Barrio (Sperling & Kupfer) e loda la narrativa «alla sudamericana». Perché, aggiunge, è «stufo dell’andazzo editoriale, della moda nordica della socialdemocrazia letteraria scandinava politicamente corretta». Liberatorio.