Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 7/7/2011, 7 luglio 2011
7 LUGLIO 1647
Chi fu realmente Masaniello? Carismatico rivendicatore di giustizia per poveri e deboli, paladino di un sogno di riscatto sociale, o patetico, velleitario capopopolo, portavoce di una causa storica confusa e malintesa? La storia si interroga ancora sul “mito Masaniello” e sui dieci giorni della rivolta napoletana contro le inique gabelle degli spagnoli, iniziata il 7 luglio 1647, al grido di “Viva il re di Spagna, mora il malgoverno!”. Rivolta antifiscale, ma anche antifeudale, di popolo contro nobiltà, dai rozzi contenuti politici, eppure con interessanti risvolti indipendentisti. Ma soprattutto rivolta dell’oscurissimo pescatore amalfitano, padrone per pochi giorni della seconda città d’Europa, astro effimero di una rivoluzione incompiuta, caricato, nei secoli, di una notorietà leggendaria e dannata. Il ribelle, sotto i riflettori della storia per l’eccezionalità della sua avventura politica e umana, capace di infiammare la plebe oppressa contro i palazzi del potere. Forse i dieci giorni di Masaniello non sconvolsero il mondo, ma certo scossero l’Europa. Per lui, accusato alla fine di pazzia e tradimento, una morte feroce. Freddato a colpi di archibugio, decapitato e gettato tra i rifiuti.