Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 7/7/2011, 7 luglio 2011
SCIOPERI E MALTEMPO SOSTENGONO IL RAME
Erano decenni che il clima non era così sfavorevole alla produzione di rame in Cile: il clima meteorologico e anche quello politico. Mentre il nord del Paese, cuore delle attività minerarie, è investito da bufere di neve di un’intensità che non si vedeva da almeno cinquant’anni, i lavoratori della statale Codelco si apprestano a indire il primo sciopero generale dal 1993.
Per il momento le ripercussioni sull’offerta di rame sono limitate. Ma la situazione in Cile sta suscitando un allarme crescente sui mercati, tanto più che si somma ad altre difficoltà, che si stanno verificando dall’altra parte del mondo: nella provincia indonesiana di Papua i dipendenti di Freeport-McMoRan hanno già avviato uno sciopero che da tre giorni sta paralizzando le operazioni a Grasberg, una delle maggiori miniere di oro e rame nel mondo.
Il rialzo dei tassi di interesse in Cina e le crescenti preoccupazioni per la crisi dei debiti sovrani nell’Eurozona – fattori potenzialmente ribassisti per i metalli non ferrosi – hanno frenato solo in parte gli acquisti sul rame, le cui quotazioni al London Metal Exchange sono tornate a sfiorare 9.500 dollari per tonnellata, per la prima volta da quasi 3 mesi.
Grazie probabilmente alle scorte accumulate, Freeport-McMoRan non ha ancora invocato lo stato di forza maggiore sulle consegne da Grasberg, miniera che già soffre di un forte declino della produzione (per quest’anno la previsione era -17%, a prescindere dallo sciopero). Anche dal Cile le forniture di rame non hanno finora subìto interruzioni, nonostante il maltempo abbia ostacolato le operazioni estrattive e prometta di farlo fino a venerdì, secondo le previsioni dei meteorologi. La miniera di rame Collahuasi, la terza al mondo per dimensioni, che aveva già subìto rallentamenti nei mesi scorsi a causa di forti piogge, ha più che dimezzato il ritmo di produzione per la bufera di neve che l’ha investita martedì. Altre miniere – tra cui Chuquicamata e Escondida – hanno d’altra parte continuato a funzionare normalmente.
Ben più preoccupante agli occhi degli investitori è il rischio scioperi alla Codelco, responsabile del 14% delle forniture mondiali di rame. In molte miniere le assemblee dei lavoratori hanno già votato a favore di una giornata di sciopero, lunedì prossimo. Se si fermassero tutte le miniere del gruppo, sarebbe la prima volta dal 1993. E il rischio è che le proteste proseguano. Le relazioni tra i sindacati e il Governo, che controlla Codelco, non sono mai state così tese dalla caduta di Pinochet. I lavoratori non si fidano della marcia indietro del Governo rispetto all’ipotesi di privatizzazione di Codelco e temono che l’esigenza di ristrutturare il gruppo comporterà pesanti tagli all’occupazione.