Lu.C., Avvenire 7/7/2011, 7 luglio 2011
L’invasione dei garimpeiros - La chiamano ’l’invasione silenziosa’. Perché le autorità sembrano non accorgersene
L’invasione dei garimpeiros - La chiamano ’l’invasione silenziosa’. Perché le autorità sembrano non accorgersene. In realtà, la presenza dei garimpeiros (cercatori d’oro clandestini) nella terra degli Yanomami, popolo indigeno dell’Amazzonia brasiliana, è tutt’altro che discreta. Il rumore degli esplosivi, delle seghe e delle ruspe, usati per disboscare e poi estrarre il metallo, tormenta i nativi, notte e giorno. L’area – che si estende per 192 mila chilometri quadrati lungo la frontiera tra Brasile e Venezuela – è formalmente protetta dal 1992: l’attività mineraria è vietata. Eppure, nella regione – secondo i dati dell’associazione Hay, che difende i diritti degli Yanomami – scorrazzano almeno tremila garimpeiros . E il loro numero sarebbe in costante aumento. «Lo dimostra il moltiplicarsi dei negozi che vendono oro in città», spiega ad Avvenire Hewesi Ihurupe (nome di fantasia per ragioni di sicurezza), missionario italiano che lavora da tre anni con gli indigeni. La presenza dei garimpeiros pone in serio pericolo la sopravvivenza di questo popolo. «I nativi non hanno anticorpi per difendersi dalle malattie portate dagli stranieri», aggiunge. Da febbraio, attraverso le radio comunitarie, i rappresentanti degli Yanomami hanno denunciato la diffusione di una febbre sconosciuta e fortissima, in grado di portare alla morte in 24 ore. Dato che queste zone non hanno assistenza sanitaria stabile, il pericolo di decesso è oltremodo elevato. «Per non parlare, poi, della distruzione di ’urihi’, la terra-foresta che ha un valore sacro per gli Yanomami», conclude. (Lu.C.)