TEODORO CHIARELLI, La Stampa 7/7/2011, 7 luglio 2011
L’economia del mare fra guerriglie estive e istruttorie dell’Antitrust - Ora c’è anche il morto sul lavoro nella folle, caotica e turbolenta estate dei traghetti italiani
L’economia del mare fra guerriglie estive e istruttorie dell’Antitrust - Ora c’è anche il morto sul lavoro nella folle, caotica e turbolenta estate dei traghetti italiani. E se le statistiche dell’Inail, rese note beffardamente proprio ieri, fotografano un miglioramento nella triste e insopportabile contabilità nazionale degli incidenti sul lavoro (73 vittime in meno nel 2010 rispetto all’anno precedente), questo non basta di certo a dar pace a Bruno Biondo, giovane uomo di Celle Ligure (Savona) e ai suoi cari a cui è stato brutalmente strappato. In Italia di lavoro si continua assurdamente a crepare, spesso in maniera incomprensibile, come è capitato al venticinquenne terzo ufficiale dell’ «Excellent», moderno traghetto della Grandi Navi Veloci in navigazione fra Genova e Palermo. Anche se non c’è mai un perché che possa giustificare la scomparsa di un uomo uscito di casa per guadagnarsi da vivere e che a casa non farà più ritorno. «Ancora un lavoratore marittimo morto sul lavoro, l’ennesima vittima innocente - dice il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - Oggi è più che mai importante che tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione del lavoro si impegnino perché davvero la sicurezza del lavoro venga messa al primo posto e che si affermi sempre di più la cultura della prevenzione insieme al rispetto di regole adeguate». La notizia della morte del terzo ufficiale di macchina della Excellent fa il giro di Genova in pochi minuti. Immediatamente i sindacati di categoria proclamano lo sciopero di 24 ore di tutto il personale marittimo della Grandi Navi Veloci, mentre la stessa compagnia si mette subito a disposizione delle autorità competenti affinché «si possano concludere rapidamente le indagini volte ad accertare la dinamica dell’incidente». Scene già viste, reazioni scontate, dichiarazioni già sentite tante, troppe volte. Il sindaco Marta Vincenzi si dice «profondamente scossa, come sempre di fronte alle assurde tragedie che purtroppo continuano a verificarsi sul lavoro». Il presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone afferma che «é doveroso un impegno di tutte le istituzioni presso le autorità competenti affinché le norme di sicurezza siano sempre rispettate». Il presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto sottolinea come l’età giovanissima dell’ufficiale debba essere un ulteriore elemento di riflessione per le istituzioni, i datori di lavoro, le organizzazioni sindacali sulla necessità di operare con la massima convinzione per rafforzare e garantire sempre e comunque la sicurezza». Intanto l’iter di approvazione del decreto legislativo 271 sulla sicurezza del lavoro marittimo è ovviamente fermo in un Parlamento impegnato a discutere questioni sicuramente più importanti della salvaguardia della vita di chi va per mare. E hanno un bel gridare i sindacalisti della Filt Cgil che è «un intervento ormai bloccato in maniera ingiustificata dal governo da circa quattro anni, impedendo di fatto di usufruire di uno strumento normativo importante per garantire e aumentare i livelli minimi di sicurezza». Il fatto è, senza voler strumentalizzare la giovane vittima dell’«Excellent», che l’economia del mare nel suo complesso continua a essere il settore Cenerentola in un Paese proteso nel Mediterraneo che pure si vanta di avere oltre a eroi, poeti e santi, soprattutto un popolo di naviganti. Un settore che vale 34 miliardi di euro l’anno che salgono a 48 con l’indotto, pari al 3,4% del prodotto interno lordo (pil), con 80.500 imprese e 670 mila addetti. In questo ambito il comparto dei traghetti è in fermento o, come sostengono in molti, nel caos. Prima la pasticciata privatizzazione della Tirrenia, l’Alitalia del mare, traballante carrozzone pubblico sul filo del fallimento, che pure occupa 1.400 persone: slitterà quasi certamente a dopo l’estate, se si riuscirà a portare a termine il passaggio alla Compagnia italiana di navigazione (Cin), la cordata composta dagli armatori Aponte, Grimaldi e Onorato. Poi l’amara scoperta, per i passeggeri, dell’aumento medio del 52,8% delle tariffe con la Sardegna. Aumento contemporaneo da parte di tutti gli operatori, tra i quali, guarda caso, anche i tre interessati a Tirrenia, tanto che l’Antitrust ha avviato un’istruttoria. La regione Sardegna ha tentato di rimediare attivando due nuove linee (Civitavecchia-Golfo Aranci e Vado LigurePorto Torres) a prezzi calmierati e offrendo buoni vacanza ai turisti. Ma ha sollevato gli strali degli armatori privati che parlano di concorrenza scorretta e minacciano di rivalersi nella trattativa per Tirrenia. Il risultato di questo caos, unito al prolungarsi della crisi economica, è il crollo dei passeggeri fra la Sardegna e il continente: -18,3% nei primi cinque mesi dell’anno. E giugno non è andato certamente meglio.