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 2011  luglio 07 Giovedì calendario

UN COLPO AI PICCOLI PATRIMONI

Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani» recitava uno slogan elettorale di grande effetto di questa maggioranza. Evidentemente il conto titoli non deve far parte di questa «tasca», sempre più vuota, dal momento che un «colpo di coda» della manovra fa passare da 34 a 120 euro l’imposta di bollo che grava sul conto titoli, obbligatorio per chi voglia gestire minimamente i propri risparmi, anche solo acquistando titoli di Stato.
Iprovvedimenti di questa manovra si prestano a giudizi variegati, qualcuno è ragionevole, qualcuno è pessimo, molti sono discutibili. Questo però è addirittura odioso. Perché farà grandi danni su piccolissimi patrimoni, succhiando via, in questi tempi di rendimenti microscopici, gran parte dei micro-interessi percepiti da milioni di persone; perché frustrerà irriterà, deluderà chi ha la possibilità di mettere da parte qualcosa in questi tempi difficili per un gran numero di famiglie, offendendone la dignità prima ancora di farne calare il reddito; perché è manifestamente iniquo in quanto questo balzello fisso peserà proporzionalmente di più su chi è riuscito a metter meno soldi da parte. Passi infatti l’aumento a 380 euro del bollo per i depositi in titoli superiori a 50 mila euro, certamente molto pesante per chi supera di poco questa cifra, mentre è quasi irrilevante per i grandi patrimoni, ma andarsela a prendere con i meno abbienti riveste un particolare carattere di odiosità.

Perché un ministro tutto sommato cauto, che si sforza di essere equilibrato, ha potuto compiere un errore del genere? Si può solo pensare a una situazione di grande disordine, grande confusione, grandi contrasti per cui la manovra diventa un enorme calderone di cui nessuno controlla più gli ingredienti; come è successo per la «norma Fininvest».

La «norma Fininvest» è stata ritirata in tempo, mentre il superbollo per i risparmiatori dovrebbe essere sulla «Gazzetta Ufficiale» di questa mattina. Non rimane da augurarsi che le Camere lo cancellino subito e senza contrasti. Con una raccomandazione al ministro Tremonti: per favore, abolisca la Giornata del Risparmio, oppure, se non ci riesce, alle celebrazioni del risparmio non ci vada mai più.