Roberto Zuccolini, Corriere della Sera 7/7/2011, 7 luglio 2011
QUOTE LATTE, LE MULTE RESTANO
E alla fine la moral suasion di Giorgio Napolitano ha funzionato. La parte della manovra che riguardava Equitalia e, di conseguenza, anche le quote latte, è stato cancellato e riscritto prima di essere consegnato alla Gazzetta Ufficiale. In altre parole, l’agenzia di riscossione che fa capo al ministero delle Finanze continuerà ad esigere il dovuto a quella fetta di agricoltori tanto cari alla Lega di lotta e di governo. Non si sa ancora fino a quando esattamente. Ma mentre il vecchio testo imponeva l’immediato allontanamento di Equitalia da quelle pratiche, il nuovo comma 13 dell’articolo 39 della manovra economica («Disposizioni in materia di riordino della giustizia tributaria» ) dispone che entro il 31 dicembre 2011 il ministro Tremonti dovrà emanare un decreto «per il trasferimento» delle attività di riscossione da Equitalia ad altri «enti e organismi pubblici» . E, fatto non indifferente, questo trasferimento potrà essere «anche graduale» . Cioè, dilazionato nel tempo. Mentre il Carroccio e gli allevatori coinvolti avrebbero voluto l’immediato congelamento delle multe a cui sono soggetti. Nella conferenza stampa di presentazione della manovra, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli aveva assicurato che ci sarebbe stato il passaggio da Equitalia a «soggetti diversi» puntando su un «processo di razionalizzazione della riscossione dei tributi già avviato con il decreto sviluppo» . E il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sembrava dargli ragione facendo riferimento al decreto regio del 14 aprile 1910, quello che ancora, in via generale, regola la riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato (e che fa riferimento agli enti locali). Del resto l’ottimismo del ministro leghista era più che giustificato dal vecchio testo. Il comma 15 dell’articolo 39 stabiliva infatti che «le procedure di riscossione dell’agente (Equitalia)» erano «interrotte e lo stesso agente automaticamente discaricato delle relative quote» a partire «dalla data di entrata in vigore del presente decreto» . Cioè da subito. Invece, nel corso della giornata, quel comma è caduto, come quello che lo precedeva (il 14) ed è stato completamente riscritto il comma 13: «Al fine di razionalizzare il sistema di riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato e di garantirne efficienza ed economicità, entro il 31 dicembre 2011, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze sono stabilite le modalità per il trasferimento, anche graduale, delle attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea o coattiva, di entrate erariali, diverse da quelle tributarie e per contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, da Equitalia...» . Il cambiamento del testo, che si ritiene suggerito dal Colle, perché an- noverato tra le osservazioni del Presidente alla manovra, per tutta la giornata di ieri è stato richiesto a gran voce anche da numerose associazioni di categoria, come da Confagricoltura e dalla Cia, nonché dal Pd che ha parlato di «allontanamento definitivo dall’Europa» , dato che le quote latte italiane costituiscono ormai da tempo un tema di conflitto sensibile con le autorità comunitarie di Bruxelles. Ma in serata il tema è stato oggetto anche di un improvvisato minivertice leghista per discutere la linea da tenere. Una riunione improvvisata, che non si è limitata solo al solo sulle quote latte, ma alla manovra in generale, come spiega il presidente della commissione Bilancio della Camera Giancarlo Girogetti: «Sì, dobbiamo capire meglio il cambiamento intervenuto sulle quote latte. Ma ci sono tanti altri aspetti di quel testo che dobbiamo approfondire...».