Piero Ostellino, Corriere della Sera 7/7/2011, 7 luglio 2011
[...] Il centrodestra giustifica la pochezza della sua riforma fiscale — che prevede tre nuove aliquote Irpef al 20, 30, 40%— con l’enorme debito pubblico e l’esigenza di ridurlo
[...] Il centrodestra giustifica la pochezza della sua riforma fiscale — che prevede tre nuove aliquote Irpef al 20, 30, 40%— con l’enorme debito pubblico e l’esigenza di ridurlo. Ma l’alibi del debito è guardare il dito invece della luna. Ha ragione Tremonti quando dice che gli Stati producono più deficit che Pil. Bisognerebbe, allora, smetterla di guardare il dito e incominciare a guardare la luna. Che è lo Stato come si è sviluppato dal secondo dopoguerra ad oggi. Un esempio delle ragioni per cui gli si chiede troppo, rispetto a ciò che può socialmente dare, e, di conseguenza, per cui finisce col togliere fiscalmente più di quanto dovrebbe, sta nell’articolo 3 della Costituzione: «... È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». [...]