Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
IOVINE
Antonio San Cipriano d’Aversa (Caserta) 20 settembre 1964. Camorrista. Boss della zona di Casal di
Principe, reggente , della confederazione dei casalesi (da Casal di Principe) e
ha al suo vertice Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti (detenuti). Tra i
primi 10 latitanti di massima pericolosità ricercati dalla Direzione centrale della polizia criminale, si nasconde dal 5
dicembre 1995 (quando viene colpito da ordinanza cautelare nel corso dell’operazione Spartacus)
• Detto “’o ninno”, “il poppante”, perché raggiunse i vertici del clan ancora ragazzino • Condannato all’ergastolo in contumacia il 19 giugno 2008, in secondo grado, nel processo
Spartacus (per associazione camorristica e delitti collegati, 17 gli omicidi
oggetto del processo), colpito da custodia cautelare l’11 dicembre 2002 (per concorso negli omicidi di De Cicco Carmine ed Orabona
Isidoro, e rapina), e il 15 gennaio 2004 (per concorso nell’omicidio di Diana Mario) • Nell’estate 2007 le informative dicevano che si trovasse nel centro di Roma, tra
piazza di Spagna, il Pantheon e piazza del Popolo. La conferma è arrivata dopo un controllo ordinario a cui è stato sottoposto in strada, salvo il fatto che gli agenti se ne sono accorti
solo una volta rientrati al comando, dove hanno riconosciuto in una foto
segnaletica appesa in bacheca proprio la persona che avevano appena
identificato • «Perché il Ninno… sceglie di fare la latitanza a Roma invece che altrove? Innanzitutto va
considerato il pregresso. Iovine ha posseduto la discoteca Gilda, storico
ritrovo della Roma bene. Ha tentato, insieme alla (allora?) cupola, di scalare
la squadra di calcio della Lazio, riciclando 21 milioni di euro provenienti
dall’Ungheria. Ancora: è provato il suo passaggio nell’azionariato di alcune attività commerciali, generalmente di ristorazione e di importazione dalla Campania di
latticini, uova e pollami, attività utili al riciclaggio di denaro sporco… Inoltre, un parente del Ninno ha completamente spostato su Roma il suo core
business, quello dei videogiochi. Il suddetto parente si chiama Mario Iovine ed
è soprannominato Rififì, dal titolo del libro di Auguste Le Breton capostipite del “romanzo di mala”. Il romanzo della camorra a Roma lo stanno scrivendo gli investigatori di
Napoli. Indagano su una catena di ristoranti, un sito di scommesse online, una
società immobiliare e un paio di finanziarie di medie dimensioni, per non dare troppo
nell’occhio. E poi autosaloni, negozi di abbigliamento, società di servizi alberghieri. E un celebre hotel al centro di discutibili incontri
tra parlamentari e imprenditori in odore di criminalità. è la marcia su Roma della camorra. La tesi è che il Ninno abbia creato nella capitale una sua base operativa con un duplice
obiettivo: esportare i soldi sporchi e svolgere attività di rappresentanza con la politica» (Domenico Del Piano)
• «è il viceré con delega alla spazzatura della cupola dei casalesi» (Domenico Del Piano) • «Il vero ministro dei rifiuti della camorra oggi è Antonio Iovine… Ogni decisione riguardo i rifiuti passa per le sue valutazioni. L’unico vero riferimento con poteri straordinari è lui, ‘O Ninno. La scelta di trafficare in rifiuti espone a minori rischi di natura
penale, poiché i reati connessi alla raccolta, al trasporto e allo smaltimento illegali spesso
sono soggetti a prescrizione… Il meccanismo dei rifiuti permette a ogni passaggio di guadagnare. I clan che
hanno i camion, le ruspe bobcat, le discariche, guadagnano quando raccolgono,
guadagnano quando sversano e fanno sversare nelle loro discariche. Ma da questo
guadagno ne hanno ricavato vantaggio le maggiori imprese italiane, negli ultimi
trent’anni le discariche campane sono state riempite, le cave rese satolle, ogni
possibile spazio utilizzato, la spazzatura di Napoli non è la spazzatura di Napoli. Le discariche campane non sono state intasate solo dai
rifiuti solidi urbani campani, ma sono state occupate, invase, colmate dai
rifiuti speciali e ordinari di tutto il Paese, dislocati dalle rotte gestite
dei clan. La spazzatura napoletana appartiene all’intero Paese nella misura in cui per più di trent’anni rifiuti di ogni tipo, tossici, ospedalieri, persino le ossa dei morti delle
terre cimiteriali, sono stati smaltiti in Campania e più allargatamente nel Mezzogiorno» (Roberto Saviano)
• La moglie e i tre figli abitano a San Cipriano, in via delle Rose, a ridosso
del centro storico e del municipio, a trecento metri dal comando di polizia
municipale, dove, nel settembre 2007, hanno ricevuto l’informazione di garanzia sette degli undici vigili in servizio, per peculato e
concussione, aggravati dal favoreggiamento della camorra. Tra questi il
fratello di Antonio Iovine, Giuseppe, che sette mesi prima (mentre la
commissione d’accesso indagava tra le carte del Comune), era stato trasferito all’ufficio tecnico, a occuparsi di pratiche urbanistiche, e nominato custode
aggiunto del cimitero comunale (ora è indagato per associazione camorristica, peculato e concussione). Secondo le
indagini della Squadra mobile (in origine finalizzate solo alla cattura di
Antonio Iovine), nel biennio 2004-2005 la polizia municipale di San Cipriano è stata al servizio della famiglia Iovine, prendendo ordini dal vigile Giuseppe
Iovine, che millantando di essere fratello del boss, incassava tangenti, si
appropriava di soldi pubblici e aggiustava pratiche di abusivismo edilizio
• Il 9 luglio 2008 è stata arrestata sua moglie, Errichetta Avallone, di anni 39, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. [Paola Bellone]