Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
HABER Alessandro Bologna 19 gennaio 1947. Attore. «Sono un animale da palcoscenico. E ormai ho tre donne con cui fare l’amore: teatro, musica e cinema» • Padre rumeno, ha vissuto parte dell’infanzia in Israele • «Ha esordito nel 67 con Marco Bellocchio e ha lavorato tra gli altri con i fratelli Taviani, Fellini, Bertolucci, Avati
HABER Alessandro Bologna 19 gennaio 1947. Attore. «Sono un animale da palcoscenico. E ormai ho tre donne con cui fare l’amore: teatro, musica e cinema» • Padre rumeno, ha vissuto parte dell’infanzia in Israele • «Ha esordito nel 67 con Marco Bellocchio e ha lavorato tra gli altri con i fratelli Taviani, Fellini, Bertolucci, Avati. In comune con Rocco Papaleo ha una vera carriera musicale che si sviluppa parallela a quella dell’attore» (Giuseppina Manin) • È uno degli attori preferiti di Pupi Avati, che lo ha lanciato con Regalo di Natale (1986). È forse l’unico attore che possa vantare un’autobiografia in forma di film (La vera vita di Antonio H. Monteleone, 1994). Morandini: «Divisa in 9 capitoli come una regolare biografia, È la storia fittizia di Antonio Hutter, attore di insuccesso, e quella, falsamente vera, di Haber, svergognata forza della natura in forma di attore che eccede, esorbita, straripa. A slalom tra verità e finzione, facendo intervenire come testimoni (veri? falsi?) personaggi famosi dello spettacolo, Monteleone, sceneggiatore al suo esordio nella regia, coglie di Haber (che ha un padre ebreo romeno) soprattutto la dimensione patetica dello schlemiel, buffo sognatore sfortunato» • 85 film (di cui 5 nel 2007) e 31 fiction. Vincitore del Nastro d’argento come miglior attore non protagonista per Willy Signori e vengo da lontano (F. Nuti 1990), Nastro d’argento e David di Donatello non protagonista per Per amore solo per amore (G. Veronesi 1993), Nastro d’argento come protagonista per La vera vita di Antonio Hutter • Nel 2006 È stato, tra le altre cose, il portiere de La sconosciuta di Tornatore e il maggiore Strucchi in Le rose del deserto di Monicelli. Successo a teatro nel 2007 con È tempo di miracoli e canzoni (con l’amico Rocco Papaleo, regia Giovanni Veronesi): «Non È un concerto, non È un recital, ovviamente non È uno spettacolo di prosa e non È nemmeno un reading. Di sicuro c’È che si ascoltano canzoni e si sorride per la carica di simpatia dei protagonisti...» (Matteo Speroni) • Da ultimo al cinema in L’amore non basta di Stefano Chiantini (2007) col quale si lamentò nella conferenza stampa di presentazione: «Hai tagliato un paio di cose, la scena che avevo proposto io, significativa, quando non riesco a far l’amore con mia moglie e lei mi ritrova che guardo un film porno. Hai un attore come me...». E con Shooting Silvio di Berardo Carboni in cui un giovane ricco, orfano, eccentrico, constatato che con le parole non È possibile scalfire il potere di Berlusconi, decide di ucciderlo • «Noto incontinente verbale» (Manin) • «Non amo i cimeli, le cose commemorative. A casa non ho una mia fotografia né uno straccio di pagina di giornale con le critiche. Che ci dovrei fare, che cosa rappresentano di me? Beh, il Donatello lo tengo, mi fa sentire vivo» • Ha firmato l’appello per convincere Veltroni ad aprire le sue liste ai radicali (politiche del 2008) • Una passione per i tramonti e i panini con la mortadella • Una figlia, Celeste.