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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GUZZETTA

Giovanni Messina 16 maggio 1966. Giurista. Presidente del Comitato promotore dei
referendum elettorali. Expresidente della Fuci (1987-1990) • I tre referendum elettorali proposti nel 2007 dal Comitato presieduto da
Guzzetta propongono la cancellazione di alcune parti dell’attuale legge elettorale (vedi CALDEROLI Roberto) in modo che: a) il premio di
maggioranza non sia attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista
più votata; b) lo stesso candidato non possa presentarsi in più di un collegio; c) sia precluso l’accesso in Parlamenti ai partiti che non ricevano almeno il 4%, su scala
nazionale, alla Camera, e l’8%, su scala regionale, al Senato.



I referendum, indetti dalla Corte Costituzionale per maggio 2008, sono stati
rinviati al 2009 dopo la caduta del Prodi II (per legge non si possono tenere
lo stesso anno referendum ed elezioni politiche) e avranno luogo a meno che la
legge elettorale non venga modificata prima • «Alla fine degli anni Ottanta Guzzetta è ancora all’università ma respira già la politica un po’ perché nipote di Nuccio Fava, ma soprattutto perché presidente della Federazione universitaria cattolica (Fuci), il vivaio della Dc
già guidato, tanto per fare due nomi, da Andreotti e Moro. Ed è proprio dal congresso della Fuci del 1989 che Guzzetta lancia la proposta di un
referendum per il maggioritario e per abolire le preferenze. Quelle idee Segni
le legge sul giornale. Gli piacciono e tra le ire di Guido Bodrato (“così distruggete la Dc”) decide di ricevere il ragazzo nel suo studio di Largo del Nazareno. Solo lo
spunto, certo, ma è quello il primo passo per la transizione maggioritaria» (Lorenzo Salvia)
• «La semplificazione politica è una conquista che va difesa, perché è una condizione per una maggiore stabilità di governo e chiarezza della competizione politica. Ma essa è appunto una condizione. Accanto alla semplificazione del quadro è necessario che i soggetti politici maggioritari siano spinti ad aprirsi al
controllo democratico, le leadership siano effettivamente contendibili (cioè sfidabili dal basso e non scelte dall’alto), che i cittadini abbiano un ruolo decisivo nella scelta non solo dei
partiti e delle maggioranze, ma anche delle persone (ciò che, com’è noto, non è avvenuto affatto alle recenti elezioni politiche). Altrimenti la
semplificazione è insufficiente e di essa resta solo la punizione verso i partiti più piccoli senza l’offerta di concreti vantaggi ai cittadini»
• Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, ha scritto tra l’altro: Costituzione e regolamenti comunitari (Giuffrè, 1994), Questioni costituzionali del governo europeo (Cedam, 2004), Diritto pubblico italiano ed europeo (con Saverio Marini, Giappichelli, 2006). Due figli. [bhd]