Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GUZZANTI
Sabina Roma 25 luglio 1963. Attrice. Comica. «Sono molto più stronza di come mi dipingete» • Figlia del giornalista Paolo, sorella dei colleghi Corrado e Caterina. Prima
notorietà con La tv delle ragazze (1988), lancio definitivo con Avanzi (1991), poi Tunnel (1993), Pippo Chennedy Show (1997), L’ottavo nano (2001). Si è trasformata mirabilmente in Moana Pozzi, Rita Levi Montalcini, Silvio
Berlusconi, Massimo D’Alema ecc. Fin dagli inizi ha alternato teatro e tv, con recital di cui ha
sempre scritto i testi. Grande successo col documentario Viva Zapatero! (2005, premiato col Nastro d’argento, costato 200 mila euro incassò 2 milioni), meno felice il suo debutto alla regia con Bimba (2002), flop di pubblico e di critica (il Riformista: «Il film italiano peggio girato dai tempi degli spaghetti-western»). Nuovo flop con Le ragioni dell’aragosta (2007), storia degli attori di Avanzi (ma Kezich commentò: «un piccolo capolavoro che consacra definitivamente Sabina Guzzanti come regista»). Da ultimo impegnata nello spettacolo teatrale Paletti e col regista statunitense Michael Moore nella fondazione di un’Internazionale della satira. Si definisce «comica per necessità» («dopo l’Accademia d’Arte drammatica nessuno mi chiamava come attrice») • «Irrompeva nei panni scollati e sgrammaticati di Valeria Marini: “Grazie a tutti quelli che si sono collegati con noi via fax, via internento, via
calvo, via catetere... è un sogno: mi sembra di stare su un tapiro urlante!”» (Gian Antonio Stella) • «Nello scegliere un personaggio, innanzi tutto cerco una chiave, un motivo per
cui sfotterlo, un archetipo, una malattia, un filone di decomposizione della
nostra società. Se trovo questa chiave procedo, altrimenti no. La Marini per esempio mi ha
permesso di parlare del concetto di immagine e di quello di “salto di qualità”. Idee che trovo particolarmente volgari, fonte di equivoci, che originano da
ipocrisia e disonestà intellettuale. Concetti assorbiti e diffusi da personaggi ben più illustri della Marini, ma che hanno meno potenzialità comiche» (ad Alessandra Rota)
• «Solo Benigni in Italia esercita un tale dominio su una folla adorante» (Masolino D’Amico) • Fece scandalo, nel novembre 2003, la decisione del direttore generale della
Rai, Flavio Cattaneo, di sospendere la trasmissione Raiot, sei puntate di satira sull’attualità (caso Previti, legge Gasparri) di cui venne messa in onda solo la prima, che
Cattaneo giudicò brutta. Rispose con una piccola sollevazione popolare: la seconda puntata di Raiot venne messa in onda all’Auditorium di Roma, con maxischermo esterno e collegamento video con i teatri di
22 città (quarantamila spettatori). A proposito della chiusura del programma Giuliano
Ferrara commentò: «Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di
bambinacce. [...] L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora — se ci sarà lo dirò — una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti.
C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti,
che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestiere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata” [...] Se uno attraverso la satira — come avvenne con Daniele Luttazzi — vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane»
• «Il satirico è come le cozze, sta meglio quando l’acqua è sporca» • Tra i libri: Mi consenta una riflessione (anche se non è il mio ramo) (Baldini Castoldi Dalai, 2002), Il diario di Sabna Guzz. (Einaudi, 2003), Reperto RaiOt (Rizzoli, 2005) • Partecipò ai Vaffa day di Beppe Grillo. Polemiche a non finire per il suo intervento al No
Cav Day di piazza Navona (8 luglio 2008), la manifestazione contro il governo Berlusconi organizzata da Di Pietro e
Micromega (con interventi di Marco Travaglio, Beppe Grillo, Paola Borsellino,
Andrea Camilleri ecc.), in polemica con il Pd che decise di non aderire. Aldo
Cazzullo: «Il suo discorso è impostato sulle presunte abitudini erotiche del presidente del Consiglio, in un
profluvio di cocaina, viagra, fellatio in cui alla fine viene coinvolta la
ministra Carfagna per il delirio della piazza. Quando poi la Guzzanti attacca
il traditore Cofferati, Veltroni, “come Emilio Fede finge di dimenticare i nomi”, e infine il Papa, “Ratzinger tra vent’anni sarà morto e finirà all’inferno, tormentato da diavoloni frocioni attivissimi e non passivissimi” -, sotto il palco succede di tutto. Di Pietro in camiciotto bianco si sbraccia,
fa segno al presentatore biondo, il malcapitato Mattia Stella, di far smettere
la Guzzanti, lui ci prova ma lei resiste, “ce l’hai con me?” “No no per carità”, e prosegue: “Pensare che io ho votato Veltroni! Quello che ora vuole dialogare! Dimenticavo:
l’intercettazione autentica l’ha pubblicata solo il Clarin, ci sono due ministre che discutono su come si fa
sesso orale...”». «Disastro» (Nanni Moretti), «esito circense» (Umberto Eco), «volgarità e sconcezze» (Furio Colombo), «nulla del genere si era mai visto e ascoltato a memoria di osservatore» (Filippo Ceccarelli), «ci vuole un esorcista e forse non basta» (Al Bano). «Noi continueremo a dire quel cazzo che ci pare, criticando chi vogliamo e come
vogliamo. Questa è la libertà [...] Io sono una intellettuale libera, una libera pensatrice: so quello che
dico, mi preparo. Volgare è il salotto di Vespa, sono le donne nude a Mediaset, è Mara Carfagna che diventa ministro con l’unico merito di aver fatto sesso orale al premier»
• Carfagna: «Toccherà alla magistratura stabilire se quella della Guzzanti è satira o diffamazione». Guzzanti: «Sarà il processo più divertente del secolo. Credo di avere diritto per difendermi ad avere accesso
alle intercettazioni» • Nel settembre 2008 la procura di Roma l’ha iscritta nel registro degli indagati per gli insulti rivolti a Ratzinger dal
palco di piazza Navona: l’accusa era di vilipendio nei confronti del Papa, reato perseguibile solo con l’assenso del ministro di Grazia e Giustizia. Il ministro Alfano ha disposto il
non luogo a procedere: «L’ho fatto ben conoscendo lo spessore e la capacità di perdono del Papa. La stagione delle riforme impone di spegnere i focolai e
di non appiccare nuovi incendi»
• «La vera domanda che si pone è: può un comico ottenere molto più consenso politico di un politico? Può il discorso di un comico essere molto più politico di quello di un politico? I fatti dicono di sì e tocca abbozzare. Potete anche continuare a menare le mani, ma sarebbe meglio
fare uno sforzo di comprensione. D’altra parte parlo per me ma credo anche a nome degli altri, le nostre idee sono
lì e si possono usare gratuitamente. Approfittatene».