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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GUERRA

Tonino (Antonio) Sant’Arcangelo di Romagna (Cesena e Forlì) 16 marzo 1920. Poeta. Da ultimo il poema Odiséa. Viaz de poeta sa Ulisse (2007) e i racconti di Arrivano le donne (2008), entrambi editi da Bracciali. Altre opere: I scarabòcc (Lega, 1946) scritti in campo di concentramento per «imbrogliare la dura vita», la raccolta di versi dialettali I bu (Rizzoli, 1972), Storie dell’Anno Mille (Bompiani, 1972) con Luigi Malerba, Il miele (Maggioli 1981) • «L’Omero della civiltà contadina» (Elsa Morante), «il signore del cinema italiano. Lo sceneggiatore di cento e più film, il demiurgo di registi del calibro di Fellini, Antonioni, Petri,
Anghelopoulos, Tarkovskij e dei fratelli Taviani, ma è da sempre anche un narratore e un poeta squisito, un disegnatore raffinato, un
originale ispiratore per artigiani talentosi e creativi. Nonché l’inventore di strepitosi luoghi dell’anima. Interprete ideale di quell’inno poetico alla romagnolità che è stato il felliniano
Amarcord, vincitore dell’Oscar nel 1974» (Silvana Mazzocchi) • «Mamma e papà erano quasi analfabeti. Facevano gli ortolani e tutte le mattine alle quattro
partivano da Santarcangelo, prima a cavallo e poi su un vecchio camioncino, per
vendere frutta e verdura. D’estate, mi portavano con loro, per farmi respirare l’aria salubre della valle. All’epoca la paura-madre di ogni famiglia era la tubercolosi e l’aria buona veniva considerata un’ottima cura preventiva» • «Venni deportato in Germania. Dopo la guerra, quando sono tornato, mi resi conto
che tutto era cambiato dalle sedie. Sì, proprio dalle sedie: la gente buttava via quelle di legno per quelle di ferro.
Poco dopo arrivò la televisione e fu un disastro. Non ci si ritrovava più nella piazza del paese per scambiarsi occhiate e opinioni. La tv aveva chiuso
le famiglie nelle case ed era tutto finito. Allora andai a Roma e ci sono
rimasto trent’anni»
• Negli anni Ottanta ritorna in Romagna, dall’89 vive e lavora a Pennabili (Pesaro e Urbino) • Si è opposto alla costruzione della centrale elettrica di Pennabili dando vita a un
comitato. All’obiezione che la centrale non avrebbe avuto alcun impatto ambientale, ha
risposto: «Non cancellate il mio torrente!» • Volto a un tratto conosciuto per lo spot Unieuro (2004): era il signore con i
baffi che esclamava «Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!» • Sposato con Lora Jabroskina.