Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GUARIENTI
Carlo Sant’Antonio di Treviso (Treviso) 28 ottobre 1923. Artista • «Laureato in medicina, a partire dal 1949 Guarienti si dedica esclusivamente alla
pittura. Nel 1953 tiene la sua prima mostra personale, a Roma, presso la
Galleria L’Obelisco. Partita da un’ispirazione metafisica, la sua ricerca pittorica si va successivamente
incentrando sulla deformazione espressiva della figura umana, fino a pervenire,
nel corso degli anni ’80, ad una nuova forma di “realismo visionario”, dove oggetti e figure sono erosi da un’atmosfera fatta di straordinari e inediti effetti di luce-colore» (Silvia Pegoraro)
• «Nel 1950 Giorgio de Chirico lo aveva invitato a partecipare all’“AntiBiennale”, cioè alla mostra che fu organizzata a Venezia in clamorosa polemica con la Biennale;
nel 1954 Giovanni Comisso lo aveva condotto a Roma per render visita al pictor
optimus, il quale gli aveva detto che dipingeva meglio degli altri, giungendo
addirittura a chiedergli come facesse ad ottenere quei risultati. “Uso l’olio di lino crudo e lo metto a purificare col vecchio sistema dei frati del
Perugino”, gli aveva risposto. De Chirico gli aveva chiesto in quale modo. “Metto l’olio in un imbuto separatore dopo averlo sbattuto con l’acqua, e lo espongo al sole per tre o quattro anni, togliendone l’acqua una volta al mese”, gli aveva risposto. Il maestro metafisico lo aveva incoraggiato a proseguire
col metodo degli antichi maestri»
• Tecniche apprese anche grazie all’amicizia con Giovanni Urbani direttore dell’Istituto di restauro che gli permise di seguire le attività dell’Istituto e di avviare una lunga sperimentazione su tecniche e materiali
alternativi. «Ha inventato una maniera di fare scultura per avere nuovi effetti pittorici.
Come? Sostituendo alla cera la cartapesta. A sentire Guarienti, si tratta di un’operazione semplice: su una base di legno applica dei ferri, che fanno da
scheletro all’amalgama di cartapesta (posta a macerare da un paio di mesi), colla e polvere di
marmo con cui plasma le sue figure che paiono squamate come un pesce. Una volta
che l’impasto è essiccato, l’artista interviene con la fiamma ossidrica, facendo una serie di operazioni
impossibili diversamente» (Sebastiano Grasso)
• Amico di Ungaretti, Fellini, Sinisgalli, Balthus, quando quest’ultimo dirigeva l’Accademia di Francia a Villa Medici. «Avevamo le stesse idee su molte cose, anche sui Pittori, venivamo tutti e due
dal Quattrocento, io da Carpaccio, lui da Piero della Francesca». Ha sposato Guja Anna Calvi di Bergolo (Torino 8 marzo 1930), figlia di Jolanda
di Savoia (1901-1986), da cui ha avuto le figlie Maria Faldivia (1952-1971) e
Delfinella Maria (Treviso 17 maggio 1954).
[bgj]