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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GUARDÌ

Michele (Michelangelo Guardì) Casteltermini (Agrigento) 5 giugno 1943. Autore e regista tv. Inventore, tra
gli altri, dei programmi I fatti vostri (1990), Mattina in Famiglia (1991), Scommettiamo che... (1991, format pagato ai tedeschi 90 milioni di tasca sua). È la voce del “Comitato” (I fatti vostri poi Piazza Grande, chiusa nel 2008 per far posto a Diretta sul Due con Milo Infante e regia sempre di Guardì). Ha inoltre ideato e diretto Il lotto alle otto e tutte le edizioni di Telethon. «Mi considero un attento telespettatore con uso di regia» • Studente di Giurisprudenza a Palermo (È avvocato cassazionista), nei primi anni Sessanta organizzava spettacolini col
cugino Enzo Di Pisa, laureando in Medicina: «Durante il liceo avevano trasformato il cinema di Casteltermini in un teatro di
varietà abbattendo il muro calcinato di bianco che separava la platea dal palcoscenico.
Le pellicole a quell’epoca si proiettavano sui muri e non sugli schermi di stoffa perché la gente nei momenti culminanti aveva l’abitudine di tirare scarpe, bottiglie e oggetti di ogni genere contro i cattivi
del film, per esempio uno che in Sicilia s’È preso centinaia di scarpate È l’attore Paul Müller, il cattivo dei film di Amedeo Nazzari» (Giorgio Dell’Arti)
• Dopo la laurea (tesi su Il segreto istruttorio nel processo penale, voto 110 e lode), Guardì rilevò dei locali nel centro di Agrigento per farci un cabaret. Ancora con il sodale
Di Pisa, la loro fama raggiunse Biagio Scrimizzi che gli commissionò qualche testo per il varietà radiofonico regionale della domenica pomeriggio intitolato Il fico d’India. Inserito nel programma l’attore Tano Musumeci, questi gli presentò Pippo Baudo che li mise a scrivere i testi del varietà comico Secondo noi, prima tappa della carriera in Rai. Di Pisa morì il 23 dicembre 1979 sul Dc9 precipitato a Punta Raisi (con sé la moglie e il figlio) • Già consigliere comunale della Dc, fanfaniano della corrente di Gaetano Trincanato,
gran simpatia — ricambiata — per Andreotti, Guardì ha fatto carriera all’ombra del potentissimo vicedirettore generale della Rai Giovanni Salvi, anello
di congiunzione con i socialisti che intimandogli di dare il maggior spazio
possibile a Moira Caradonna, prima trapiantata di cuore in Italia, gli diede l’idea di ospitare in tv la gente, portata poi alle estreme conseguenze con
I fatti vostri • «Ultimo cavallo di razza della grande televisione nazionalpopolare dc» (Paolo Martini), «È un “grande papà” di programmi innovativi e di successo che poi sono stati scopiazzati, clonati,
rivisitati (“ma la gente sa ben distinguere fra vero e falso”, dice lui)» (Patrizia Saladini) • «Mai dare la sensazione ai telespettatori che si È più colti di loro. Li metti in ansia invece di tirare fuori la loro anima
giocherellona, carina e umana. Questo ho sempre cercato di fare, questa È la ragione della mia fortuna» • «Mi piaceva Beniamino Placido, uno che scriveva malissimo di me. Diceva che ero
ignorante. Abitava vicino a casa mia. Un giorno mi presentai da lui e gli
dissi: “Eccomi. Vuole parlare di Kant?”» (a Claudio Sabelli Fioretti) • Hanno scritto un libro su di lui Il comitato sai che fa? (Tiziana Lupi e Lucia Macale, GS, 1999). È vicepresidente della Fondazione Teatro Pirandello Valle dei Templi • Sposato con Rita, un figlio psicologo (Alessandro).