Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
GRAZIANO
Adriano Quindici (Avellino) 4 febbraio 1967. Camorrista, capo del clan omonimo (insieme
allo zio Arturo), figlio del boss storico del clan, Salvatore Luigi. Noti, lui
e il fratello Antonio, come i “Chiarinelli” (dal nome della mamma Chiara Manzi, per distinguerli dai vari parenti con lo
stesso nome) • Arrestato per la strage di Lauro, cioè l’assassinio di Clarissa Cava, Michelina Cava, Maria Scibelli (26 maggio 2002),
rispettivamente figlia, sorella e cognata di Biagio Cava (vedi scheda), ottiene
l’annullamento dell’ordinanza di custodia in carcere (e poi l’assoluzione), ma non fa in tempo a uscire dal carcere, quando, il 24 giugno
2002, è colpito da un’altra ordinanza di custodia, per associazione camorristica, concorso in abuso d’ufficio, detenzione abusiva di armi, e concorso nel tentato omicidio di Giuseppe
Pacia (uomo vicino al clan rivale dei Cava, sopravvissuto a un agguato davanti
alla sua officina, in Taurano, il 3 luglio 2000). Ristretto a Terni al regime
del 41 bis, viene condannato in primo grado a 17 anni, ma assolto in Appello
per il tentato omicidio e condannato per gli altri reati a 5 anni e 6 mesi, con
la concessione delle circostanze attenuanti generiche in equivalenza alle
aggravanti contestate (1 giugno 2006, sentenza diventata definitiva l’11 luglio 2007)
• Il 27 luglio 2007 viene scarcerato. Il 31 luglio i carabinieri, che in vista
della sua scarcerazione (e nel timore della ripresa della faida col clan rivale
dei Cava) avevano rafforzato i controlli del territorio, sequestrano fucili,
carabine e centinaia di munizioni in un’abitazione del centro di Quindici, nascoste sotto i materassi (i proprietari
vivono all’estero). [Paola Bellone]